LA STORIA DELLE CHIESE DI TARANTO: SAN VITO, SULLE ORME DEI BASILIANI

26.02.2014 10:15


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di Aldo Simonetti

Come riferito nella 'Storia dei quartieri di Taranto', nel X secolo, nei pressi dell'attuale Capo San Vito, viene edificata una piccola chiesa denominata San Vito del Pizzo e intitolata al giovane martire siciliano, che nel 303, in Lucania, trovò la morte per mano di Diocleziano.

E che l'arcivescovo di Taranto, Rainaldo, decide nel 1117, di affidare in gestione a tre monaci greci appartenenti all'Ordine di San Basilio: Vitale, Cirillo e Nicodemo. Soltanto tre lustri più tardi, al tempio viene congiunto un monastero. Di questo complesso – presumibilmente vasto e capace di ospitare un folto numero di religiosi e pellegrini-, tuttavia, non vi resta oggigiorno una sola pietra. Né, d'altra parte, sono note le motivazioni di questa repentina sparizione.

Compiendo un salto temporale di circa otto secoli, in luogo dell'area sopraindicata si estende una contrada densamente popolata. Al crepuscolo degli anni Cinquanta, San Vito può vantare poco più di duemila anime, ma, nonostante il corposo numero di residenti, non vi è un edificio di culto pertinente alla comunità in questione. Pertanto, in risposta alle pressanti richieste da lì provenienti, illico et immediate la Curia provvede all'identificazione di un suolo ove poter erigere una chiesa. Grazie alla prodigalità di un piccolo possidente originario di Carosino, tale Pasquale Pastore, viene fatto dono di un modesto appezzamento di terra, non troppo distante dalla costa; del resto, per far fronte all'emergenza spirituale degli abitanti si reputa sufficiente anche la costruzione di un piccolo edificio, purchè funzionale. A questo proposito, viene chiamato in causa un architetto della Capitale, Leonardo Del Bufalo (già docente presso l'Università degli Studi di Roma), che in breve tempo appronta il suo progetto. E' il 13 maggio 1960, quando il vescovo Motolese, - facente le veci di Bernardi- alla presenza dei sanvitesi festanti, impartisce la consueta benedizione alla prima pietra, appena posata. Nel giro di pochi mesi, il complesso parrocchiale, che in un certo senso raccoglie il testimone dell'antico monastero medievale dedicato al santo di Mazara del Vallo, è bell'è pronto.

Oggi, malgrado il mezzo secolo e passa di vita, il suo originario aspetto sobrio è rimasto immutato. A reggerlo, don Nicola Frascella. 

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