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Mino Tedesco: 'Un grande onore poter giocare nel Sava'

11.08.2020 21:07


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Ha appena soffiato sulle sue prime 39 candeline, ma l'entusiasmo e la gioia nell' iniziare un nuovo percorso paiono gli stessi di un adolescente in procinto di intraprendere una promettente carriera professionistica.
Mino Tedesco, a dispetto della carta d'identità, si frega le mani in attesa di reindossare scarpini e parastinchi, questa volta con indosso la casacca biancorossa.

- Mino, raccontaci in breve del tuo approdo al Sava.

"Tengo anzitutto a dire di essere onorato di poter giocare per questa società. La mia scelta è ricaduta su di essa per ragioni che tutti conoscono ovvero per la serietà della stessa nonchè per le ambizioni che nutre. Quanto alla trattativa, posso tranquillamente affermare che è scorsa liscia come l'olio. Sono stato dapprima contattato da mister Marangio e, successivamente dal d.s. Pichierri e dal Presidente Vinci, che ci hanno messo davvero poco a convincermi, facendomi da subito sentire importante".

- A tale riguardo, cosa spinge un calciatore della tua età e dalla lunga esperienza ad accettare una nuova e stimolante scommessa? Un paragone con Ibrahimovic non sarebbe del resto azzardato ...

"Stimo molto Zlatan, sia per la sua storia calcistica che per la sua voglia di rimettersi in discussione malgrado l' età avanzata. Per rispondere a questa domanda, basterà solo dire che, finché avrò voglia di rincorrere quel pallone, non tirerò i remi in barca: che mi crediate o no, il mio ricorrente sogno notturno è quello di trovarmi davanti a una porta e di insaccarvi il pallone".

-Una visione alquanto romantica per un bomber che, stando a quanto il proprio background recita, non pare avere pietà degli estremi avversari. A proposito di passato calcistico, quando hai pensato di aver toccato il cielo con un dito nelle vesti di calciatore?

"Conservo diversi ricordi legati alla mia lunga carriera. Per esempio, ho avuto la fortuna di giocare contro avversari illustri quali Stefano Fiore, Alessandro Birindelli, Roberto Inglese, Cèsar, Giorgio Corona e, 'dulcis in fundo', Maurizio Sarri, che poco più di dieci anni fa, durante la mia militanza nel Marcianise, allenava il Perugia in C1. Avrei anche potuto approdare in cadetteria, ma scelte di vita significative mi hanno fatto desistere dall'accarezzare questa prospettiva.
Ciononostante, preferisco non vivere di passato e rimanere con i piedi per terra, concentrandomi sul mio immediato futuro in seno al Sava, già pregno di tante aspettative ed emozioni".

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