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Il naufragio del calcio di provincia

a cura di Fabrizio Izzo

24.04.2017 21:49


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Immagine ZacccagniNon c’è memoria immediata di una stagione così fallimentare da parte delle squadre della provincia di Taranto nei campionati di Eccellenza e Promozione. Un disastro inaspettato ma che alla fine non deve nemmeno sorprendere. Il 62% per cento delle società tarantine che hanno disputato la serie “A” e la serie “B” regionale hanno fallito l’obiettivo minimo, la salvezza. 5 squadre su 8 sono retrocesse (Hellas Taranto, Manduria, Laterza, Castellaneta e Grottaglie), 1 si è salvata grazie all’applicazione del regolamento dei 7 punti (Massafra) e 2 si sono salvate regolarmente con merito (Avetrana e Lizzano). Il calcio dilettantistico della provincia sta morendo, è ora di cambiare. In un momento storico dove i capitali sono esigui diviene necessario ottimizzare le poche risorse in possesso. Puntare su organizzazioni societarie adeguate, professionali, con le persone giuste al posto giusto e soprattutto puntare sui settori giovanili, rifondare i settori giovanili. Progettualità, pianificazione a medio e lungo termine con l’utilizzo, negli organigramma, di figure competenti che pensino al bene delle società e che non facciano speculazioni. Credo sia importante azzerare tutto e ricominciare con oculatezza, spazzare via i soliti personaggi che si aggirano per campi con il sapore di minestra riscaldata. Tutto nuovo, puntare su allenatori giovani, meno marpioni e più genuini, allenatori che fanno calcio vero che credono nella crescita dei ragazzi del vivaio. I settori giovanili al centro del progetto, da curare in modo specifico ai massimi livelli, è la base del calcio soprattutto quello dilettantistico. Rivedere l’organizzazione, rivedere i piani di gestione, cercare di interagire con le amministrazioni comunali per la gestione delle infrastrutture e la loro adeguatezza. Nel calcio non si fa nulla per caso, niente deve essere improvvisato, la superficialità è un demone, la gestione di una società non è più quella di un tempo. Oggi le squadre dilettanti hanno bisogno, nel loro piccolo, di un organizzazione efficiente, di una struttura societaria di livello adeguato alla categoria, fatta di elementi esperti in vari campi che non sia solo quello di gioco. Ci si nasconde troppo facilmente dietro la mancanza di soldi, sinceramente pur consapevole che i capitali scarseggiano la ritengo una scusa, non bisogna giustificarsi bisogna trovare soluzioni. Le soluzioni molto spesso non sono lontane o difficili da trovare, probabilmente si ignorano perché forse a tutti va bene così. Ecco perché poi ci troviamo a commentare un’annata disastrosa come questa. Bisogna cambiare, invertire la marcia, non è necessario che ci sia un gancio traino in Lega Pro perché le più piccole seguano (se ci fosse sarebbe sicuramente positivo), chiunque può diventare il gancio, l’essere eccellenti non è solo per grandi.

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