Iaco, Iaco... Iacovone

ERASMO IACOVONE

16.08.2013 21:28


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ERASMO IACOVONE

C’era mio padre quel giorno all'uscita da scuola,
durante il tragitto, non disse neanche una parola.
Non aveva lavorato, quel giorno era lutto,
un giorno qualunque, pioveva di brutto.

Confuso e sorpreso, non riuscivo a capire,
fissavo i suoi occhi, non sapevo che dire.
Arrivammo anzi casa e non si fermava,
fissando la strada, piangeva e guidava.
Giungemmo allo stadio, non c’era partita
nessun entusiasmo, ma gente smarrita.
Entrati nel tempio ...  "Per caso è domenica? "
Quei volti straziati … "E chi li dimentica?"
I coriandoli ammucchiati ricoprivano i gradoni
e l’odore di quell'erba che riempiva i miei polmoni.
L’ultimo giro Erasmo, l’ultima azione,
il tuo nome ripetuto da migliaia di persone.
Quel bambino non capiva, non sapeva la tua storia,
di quel giorno maledetto che ha troncato la tua gloria.
Di quei sogni e le speranze che svanirono da lì,
in quel giorno senza senso, uno strano martedì.
Grazie papà, col tempo sai? Ho capito,
mi volesti lì con te a salutare il nostro mito,
per l’ ultimo cross, la sua estrema elevazione,
che a vederlo tanto in alto, era sempre un' emozione.
Mi manchi papà … Quanti ricordi con Erasmo
Digli che per lui c’è sempre entusiasmo”.
Che da allora, una solo nome fa la rima con campione,
lo gridiamo a ogni partita...  “Iaco Iaco Iacovone”!!!!


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