LA STORIA DEI QUARTIERI DI TARANTO / ITALIA-MONTEGRANARO, ALTRO CHE PAESTUM! PRIMA PARTE

24.08.2013 22:02


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L'origine del nome va quasi certamente ricondotta alla presenza, 'illo tempore', di un ricco deposito di grano che approvvigionava l'intera città, collocato su di una superficie sopraelevata: effettivamente, oggidì gode della palma di quartiere più alto di Taranto, quantunque non superi i trenta metri sul livello del mare.

Quanto alla prima parte di questo toponimo composto, Italia, sarebbe alquanto superfluo fornire una spiegazione; appare scontato che, deliberato nel secondo dopoguerra il piano di espansione urbana verso est, l'idea era quella di attribuire alla nuova area abitata la denominazione del nostro paese, e proprio in prossimità del primo centenario della sua istituzione (1861). Del resto, non è un caso se larga parte della toponomastica stradale fa riferimento a regioni amministrative e storiche dell'intero stivale.

Se in questa sede si è osato definire Tre Carrare-Battisti 'quartiere-museo', nondimeno Italia-Montengranaro può disporre di tutte le carte in regola per godere appieno del titolo di area archeologica, non avendo nulla da invidiare a siti di grande rilevanza (quali Paestum e Metaponto), benchè moderni palazzoni ne facciano da cornice.
Proprio gli svariati reperti, rinvenuti e disseminati nel rione -e malamente conservati-, agevolano il compito di dipingere un efficace affresco storico, relativo all'età più antica. Intorno al V secolo a.C. l'area è costituita in buona misura dalla necropoli, come testimoniano le oltre cento sepolture rinvenute nei pressi di via Marche e alcune tombe a camera, scoperte nella prima metà degli anni Cinquanta e 'ingabbiate' all'interno dell'istituto religioso Maria Ausiliatrice in via Umbria.
Tuttavia, ancora più ad est, in luogo dell'odierno tratto compreso tra la chiesa della Madonna della Fiducia e Torre d'Ayala (viale Virgilio), è presente una parte del circuito murario difensivo. Non è esclusa, peraltro, la presenza in zona di una superstrada 'ante litteram'(denominata 'platèia'), che taglia in due la necropoli e con ogni probabilità corrispondente all'attuale corso Italia.

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