Taranto F.c.

L'amarcord di TST: Luca Brunetti, 'Il gol con il Pescara da gran distanza? Fu fortuito'

L'ex difensore ionico racconta le partite più belle, i gol più importanti e il motivo del soprannome Luca Bazooka

19.05.2020 18:50


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DI ALESSIO PETRALLA

Attesissimo dalla piazza, confermò da subito le proprie potenzialità l’ex forte difensore del Taranto, dal 1988 al 1992 (che giocò tre anni di serie B e uno di serie C), Luca Brunetti che, a Tutto Sport Taranto, racconta i gol e le emozioni vissute in rossoblù partendo dal presente: “Il momento è, ancora, difficile per tutti e ci vorrà del tempo per uscirne totalmente. In questi casi bisogna essere sempre positivi”.

BRUNETTI: “Se ci fossero le possibilità mi piacerebbe tornare a lavorare nel calcio. Negli scorsi anni ho fatto il secondo al tecnico Papadapulo continuando, poi, nel settore giovanile del Livorno. Ora non ho rapporti con il calcio”.

SOLUZIONI: “Per le seri minori non sarà facile: anche in serie C non sanno se ripartire o disputare i play off. Nei dilettanti regna ancora più incertezza nonostante ci fossero varie città importanti che hanno speso tanto. La situazione è molto difficile ma spero che tutto possa sistemarsi al meglio e magari finire la stagione”.

IL TARANTO 2020: “Conoscendo la piazza so che c’è tanta delusione e rammarico. Taranto deve lottare per la vittoria del campionato e non c’entra niente con questa categoria: è da molti anni in serie D e mi dispiace. Spero quanto prima che possa tornare minimo in serie C”.

TARANTO: “Ho vissuto in riva allo Ionio per quattro anni e devo dire che la prima è stata la stagione più sofferta visto che arrivai ad ottobre o novembre e terminò con la retrocessione dalla serie B alla serie C. Poi, riprese tutto in mano il Presidente Carelli e furono tre anni splendidi il primo dei quali coronato dalla vittoria del campionato. Sfiorammo la serie A nell’anno di Nicoletti: poi tutti sanno come andò a finire. Insomma ho bellissimi ricordi e ho vissuto emozioni forti: ho Taranto sempre nel cuore”.

L’ESORDIO: “La tifoseria attendeva di vedere all’opera questo nuovo difensore, che poi ero io. Arrivai dalla Lazio e inizialmente, sul fatto di dover scendere a Taranto, ero scettico per via della distanza. Mi convinse il mio compagno di squadra, nel club biancoceleste, Piscedda che era stato in riva allo Ionio. Ricordo l’esordio: battemmo, in casa, il Genoa di Scoglio che era uno squadrone. Mi viene in mente anche la seconda sfida casalinga con un’altra grande squadra come il Parma con cui segnai nel finale. Mi vollero da subito bene”.

I GOL: “Ne ho fatti una decina e quelli più importanti furono con l’Avellino, visto che ci consegnò la salvezza e con la Juventus. Quello con il Pescara realizzato da lontanissimo fu fortuito: marcavo il centravanti Bivi e stavamo per scontrarci in un contrasto con lui che tolse il piede. Di conseguenza partì un missile con il portiere pescarese fuori dai pali che fu beffato. Ricordo che si giocava con dei palloni bianchi più leggeri che prendevano maggiore velocità”.

LA JUVENTUS: “Sfidammo i bianconeri in coppa in uno stadio gremito. Vincemmo il match sfiorando il passaggio del turno: se non avessimo subito gol a Torino ce l’avremmo fatta. Fu una bella soddisfazione per la città e per i tifosi”.

GLI ALLENATORI: “Mi piace ricordare i compianti Veneranda, Clagluna, Nicoletti e Vitali che purtroppo non sono più tra noi. Mi sono trovato benissimo con tutti”.

LUCA BAZOOKA: “A Taranto mi diedero questo soprannome perché avevo forza nel tiro e calciavo le punizioni…”.

Si ringraziano:

 

 

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