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“In spiaggia? Con mascherine e distanziati”

Coronavirus, le prospettive per l’estate. Calo netto degli stranieri in vacanza. Come si andrà in spiaggia? Ipotesi mascherina, ombrelloni distanziati, app

13.04.2020 23:59


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Prenotazioni obbligatorie, maggiore distanza tra un ombrellone e un altro, ma anche app, dispositivi di sicurezza assicurati per tutti e c’è chi propone fasce orarie per i soggetti a rischio, come gli anziani. Al momento sono idee, ma ci vogliono regole chiare per le attività balneari in previsione della prossima estate. Si inizia a pensare a come ‘adattare’ ai mesi più caldi le misure di contenimento del coronavirus, nella speranza che nel frattempo la situazione migliori in modo significativo. Ma gli operatori sono in un limbo, tra i provvedimenti molto diversi presi dalle varie Regioni e la scadenza, al 31 dicembre del 2020, delle concessioni demaniali marittime per 30mila imprese.

Mentre il presidente di Confturismo Confcommercio Luca Patanè spiega che fino a dicembre 2020, nella previsione meno pessimistica, si registrerà una perdita del 60 per cento sui quasi 200 miliardi di volume d’affari complessivo che il turismo genera direttamente e tramite effetti su altri settori, c’è chi pensa a come limitare i danni. “Stiamo immaginando il ritorno alle spiagge italiane che, in questa situazione, avrà un significato importante e che, allo stesso tempo, necessita di linee guida nazionali” spiega a ilfattoquotidiano.it Mauro Della Valle, vicepresidente di Federbalneari e numero uno di Assobalneari Puglia, secondo cui “non si può far gestire tutto a sindaci e presidenti di Regione, perché il rischio è di creare disuguaglianze e penalizzare gli operatori di determinate aree del Paese”.

IL MINISTERO DEL TURISMO: “ASPETTIAMO LINEE GUIDA DELLA SALUTE” – Abbiamo chiesto al ministero per i Beni e le attività culturali e per il Turismo se saranno date delle linee guida. “In questo momento si lavora sugli aspetti strettamente economici che riguardano le imprese turistiche e, quindi, anche gli stabilimenti balneari – risponde a ilfattoquotidiano.it lo staff del ministro Dario Franceschini – ma un confronto sulle regole che queste strutture dovranno seguire si potrà aprire solo quando dal ministero della Salute arriveranno indicazioni in merito alle modalità con cui gli spazi aperti, stabilimenti compresi, potranno riaccogliere i cittadini. A quel punto saremo aperti al dialogo”.

LE REGIONI SONO DIVISE – Di fatto, ad oggi, le Regioni non sono allineate. In Sicilia è stata sospesa la partenza della stagione estiva prevista per il 1° maggio e i gestori delle strutture balneari sono stati esonerati dal pagamento dei canoni delle concessioni demaniali marittime 2020. Il coordinatore regionale di Cna Balneari Sicilia, Gianpaolo Miceli, ha ricordato che il 65% delle prenotazioni è stato già cancellato e che nell’isola sono più di 3mila le imprese del settore, con oltre 10mila lavoratori stagionali. In Emilia-Romagna, invece, è stato dato il via libera al personale per effettuare i primi lavori di manutenzione, pulizia e vigilanza. Occhi puntati sulla Versilia, ma in Toscana la Regione non ha ancora deciso come muoversi, mentre in Puglia c’è chi proroga le concessioni fino al 2033 (i Comuni di Bari e Monopoli) e chi naviga a vista. Per tutti non ci sono regole, invece, sulle misure di sicurezza che dovrebbero essere adottate in spiaggia.

L’ESTATE DIVERSA – Sarà un’estate molto diversa da quelle che ricordiamo. Secondo la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (Cna), se nel primo semestre del 2020 i ricavi del turismo subiranno una contrazione del 73% (per un giro d’affari atteso di 16 miliardi di euro, rispetto ai 57 miliardi dello scorso anno), anche la stagione estiva è compromessa. Tra luglio e settembre in tutta Italia si attendono 25 milioni in meno di stranieri, ossia 98,5 milioni di presenze. E allora è quantomai importante gestire al meglio chi in Italia c’è già o deciderà di non cambiare meta. “Siamo consapevoli – spiega il vicepresidente di Federbalneari – che quest’anno lavoreremo soprattutto con gli italiani e che avremo un ruolo di accoglienza anche psicologica. Perché le spiagge saranno il primo luogo dove iniziare, lentamente, a riprendere in mano la propria vita cercando di gettarsi alle spalle questa tragedia. Il mare può essere il posto ideale per farlo, a patto che si seguano alcune regole. Linee guida che devono arrivare dopo Pasqua, altrimenti non si fa in tempo”. Ad oggi è bloccata la manutenzione ordinaria delle strutture. “Ci vogliono almeno 15 giorni per vagliare la sabbia e disinfettarla – aggiunge Della Valle – e gli stabilimenti devono essere pronti a fine maggio, per poter partire a giugno. Perché non credo che a luglio si potranno tenere separati gli italiani dal mare”.

 

STABILIMENTI ALLE PRESE CON LE PRIME MANOVRE – Qualche idea già c’è. Intanto la prenotazione obbligatoria per evitare caos e avere maggiore controllo sulle presenze all’interno dello stabilimento. “La nostra volontà sarebbe quella di affittare l’ombrellone al nucleo familiare – spiega Della Valle – e di poterci affidare alle autocertificazioni, una sorta di patente sanitaria, magari anche con l’utilizzo di app. Abbiamo pensato che si potrebbe chiedere agli utenti di fare (anche a domicilio) dei test rapidi del sangue”. Della Valle esclude l’utilizzo, almeno per quest’estate, delle aree gioco. Si prevedono già nuovi turni per igienizzare gli spazi più frequentemente (dai servizi agli spogliatoi) e l’acquisto extra di saponi, distributori e salviettine disinfettanti.

E le mascherine? “Vanno indossate appena ci si allontana dal proprio ombrellone, che potrebbe rappresentare, anche se con dimensioni ridotte, un po’ quello che rappresenta la nostra casa in queste settimane. Per questo vorremmo che fosse imposta una distanza di sicurezza. Qui la scorsa estate eravamo a due metri e mezzo tra un ombrellone e l’altro e tre metri tra le file”. Ma questa non è la regola in tutta Italia e, ancor di più, nella spiaggia libera. “Come concessionari di Stato, siamo disposti anche a vigilare sulle aree adiacenti a quelle di nostra pertinenza. L’importante, ora, non è andare nello stabilimento più bello, quello vip. Oggi la priorità è trovarsi nel luogo più sicuro”. Ma una cosa è chiedere a un operaio in fabbrica di mantenere una certa distanza dal collega, un’altra è chiederlo ad amici o fidanzati mentre sono al mare. “Per le comitive immaginiamo dei lettini, distanziati tra loro – aggiunge l’imprenditore – e siamo disposti a investire sulla vigilanza, ma molto dipende dalla responsabilità dei singoli”.

IL TOUR OPERATOR – Anche Marcello Mangia, presidente di Aeroviaggi, primo tour operator in Sicilia e Sardegna, ha già pensato ad attrezzare le proprie strutture per la “fase 2”. “Abbiamo messo a punto un sistema che garantisce le distanze di sicurezza all’interno dei nostri villaggi, nei ristoranti ci sarà un turno gestito tramite una app e il personale sarà dotato di mascherine e guanti” ha raccontato all’Ansa. Sono previsti anche spettacoli ad hoc per evitare affollamenti, oltre che il rispetto delle distanze di sicurezza tra ombrelloni e il potenziamento dei servizi di pulizia e igienizzazione in tutte le strutture alberghiere. Proprio dalla Sardegna, però, il medico infettivologo Stefano Vella, nel comitato tecnico-scientifico che supporta la Regione guidata dal governatore Christian Solinas nell’emergenza, invita alla prudenza: “Sebbene sia esclusa la trasmissibilità del virus in ambiente marino, ogni previsione sulla stagione balneare è prematura se non si abbatte il contagio”. Per lo scienziato “per fare previsioni servirà ancora qualche mese”.

IL SINDACATO BALNEARI: “PREVISIONI IMPOSSIBILI” – Nel frattempo, prende posizione anche il Sindacato italiano balneari (Sib) aderente a Fipe/Confcommercio. “In questi giorni si moltiplicano riflessioni sulle modalità di esercizio delle attività balneari in presenza dell’epidemia virale ancora in corso: alcune di queste sono utili, interessanti e logiche, altre del tutto fantasiose e irrealistiche” afferma il presidente Antonio Capacchione. E aggiunge: “Temiamo che eventuali misure restrittive (come il garantire, da parte dei gestori, che non avvenga alcun contatto fra la clientela) possano impedire l’esercizio dell’attività medesima anche per le conseguenti responsabilità penali, civili ed amministrative”. Nei giorni scorsi, proprio il presidente del Sib Lazio Sud, Mario Gangi, ha invece descritto alcune possibilità. Tra le altre “le installazioni di schermi di plexiglass alle casse” e “l’utilizzo di contenitori monouso per bevande e cibi”, ma anche l’istituzione di “fasce protette a numero chiuso nelle ore mattutine per anziani e soggetti a rischio”. Capacchione, invece, sottolinea la necessità di “determinazioni delle autorità sanitarie”. Quelle che aspetta anche il ministro Franceschini.

fonte: ilfattoquotidiano.it

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