Taranto F.c.

Gigi Orlandini sul Taranto: 'Difficile capire come mai non si sale con un pubblico così'

L'ex calciatore e allenatore del Grottaglie a TST: 'Oggi nel calcio non esiste più meritocrazia'

04.06.2020 16:42


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DI ALESSIO PETRALLA

Un periodo difficile per tutta la nazione così come per il calcio mondiale quello che, ancora oggi stiamo vivendo. A commentarlo, a Tutto Sport Taranto, è l’ex calciatore (Inter, Milan, Hellas Verona per citarne alcune) e allenatore del Grottaglie Gigi Orlandini: “In questo periodo ho messo un po’ da parte il calcio vista la situazione di mio padre che è stato colpito da questo virus. In queste settimane si sta, giustamente, riprendendo a parlare di sport tornando a respirare aria di calcio. Quest’ultimo è un’azienda importante anche per le casse dello Stato: non bisogna vedere soltanto i calciatori che sono milionari ma c’è gente che vive grazie allo stipendio delle società”.

LE CLASSIFICHE: “Sono state fatte delle proposte ma ora bisogna vedere se saranno attuabili. Quello che è successo è stato un momento brutto per tutti e c’è poco da polemizzare. Non saprei proprio come regolarmi. Molto dipenderà anche dalla ripresa: tra qualche giorno si tornerà in campo in serie A e B mentre in C ancora non si sa. Le altre categorie sono sospese per via del protocollo sanitario abbastanza costoso”.

SERIE D/H: “E’ un campionato interessante e avvincente con piazze importanti come il Taranto che ormai da anni fa fatica a riemergere. Il tutto è legato al fatto che non vince sempre la squadra che è più blasonata o che ha una gran storia ma chi programma e organizza tutto al meglio”.

IL TARANTO: “E’ difficile capire che cosa succeda a Taranto: lo seguo, ma posso solo dire che meriterebbe palcoscenici migliori. Se non si vince qualcosa che non va, sicuramente, ci sarà. I calciatori e gli allenatori bravi in riva allo Ionio non sono mai mancati: ci si può porre solo la domanda “come mai non si sale con un pubblico così importante?””.

LA RIPRESA: “Servono delle riforme altrimenti la gente che lavora all’interno del calcio resterebbe sempre la stessa. Non si guarda più alla meritocrazia ma ad altro. Questo è il calcio di oggi in cui esistono tante figure inutili e incompetenti. Rispecchia, un po’, il nostro paese in cui c’è gente che non capisce nulla in posti di non competenza”.

SERIE A: “Molti confondono il professionismo con il dilettantismo: sono due mondi diversi. Ho avuto fortuna a giocare in serie A visto che era quello che sognavo da bambino: sono contentissimo. Da qualche anno ho intrapreso la carriera da allenatore: non sarò bravo ma ho un brevetto e mi aggiorno continuamente perché ho tanta voglia di migliorare. Non cerco una panchina ma una società che ti permetta di lavorare al meglio. L’anno scorso ho vinto, subentrando, il campionato con il Grottaglie ma ora sono a casa e ho ricevuto soltanto una chiamata da una squadra di Promozione. Fa capire lo schifo che c’è in giro. Comandano gli sponsor che decidono chi deve allenare e giocare”.

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