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L'amarcord di TST: Gianfranco Campioli, 'Avremmo meritato la promozione sul campo'

L'ex attaccante ionico: 'Il Taranto in serie D è come una bestemmia o una barzelletta'

20.05.2020 18:51


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DI ALESSIO PETRALLA

E’ stato uno dei beniamini del Taranto nelle stagioni 1998-99 e 1999-00 (dopo quest’ultima stagione gli ionici furono ripescati in C2), l’ex attaccante Gianfranco Campioli che, a Tutto Sport Taranto, racconta i suoi anni in rossoblù: “Purtroppo, questo periodo, un po’ come tutti, l’ho vissuto in casa e senza calcio anche se grazie a Sky ho avuto modo di vedere qualche vecchia partita. Personalmente ho avuto modo di allenarmi nel mio box. Attualmente alleno dei ragazzi dando una mano ad un mio ex compagno”.

LA RIPRESA: “Sono d’accordo sul fatto di provare a finire i campionati: quando ci sono di mezzo i soldi diventa tutto più problematico. E’ giusto provarci mantenendo le regole anti contagio: giocare, ma con le precauzioni giuste”.

IL TARANTO 2020: “Lo seguo sempre perché sono rimasto molto affezionato alla piazza ionica. Vedere il Taranto in serie D è una barzelletta, una bestemmia. Non so i motivi della non risalita ma per blasone, storia e tradizione dovrebbero sempre lottare nelle alte posizioni. Spero che il prossimo anno sia la volta buona”.

TARANTO: “Ricordo la presentazione della squadra che si apprestava a disputare la serie D: la piazza era piena. Nella città dei Due Mari mi sono trovato benissimo: inoltre disputammo un ottimo campionato. La tifoseria rossoblù è qualcosa d’incredibile. Mi auguro di vederli in serie B: lo meritano. Giocare a Taranto non è facile per nessuno: ci sono grandi responsabilità. Noi eravamo grandi calciatori ma anche grandi uomini”.

PARTITE MEMORABILI: “Ricordo il match interno con il Campobasso: era uno scontro diretto e conquistammo i tre punti grazie ad un mio gol. Questi furono poi utili per il ripescaggio. Poi, mi viene in mente un Martina-Taranto 0-1, della stagione 1998-99 in cui segnai nel finale di sinistro colpendo il pallone ad incrociare”.

IL GRUPPO: “Ricordo che in rosa c’erano giovani importanti come Migliozzi, Gori e Pizzolla oltre a gente importante come Ferri, Spagnulo, Magno, Stasi e tanti altri. Eravamo un gruppo unito, compatto e umile e ci allenavamo con umiltà e determinazione. Il tecnico Carrano era molto preparato oltre che una gran persona. Peccato soltanto di essere saliti tramite ripescaggio: sul campo meritavamo noi. Ogni domenica, in trasferta, era una battaglia”.

IL CAMPIONATO: “C’erano calciatori forti come Mitri nel Campobasso e Prisciandaro nel Rutigliano oltre a tanti altri molto tecnici che potevano decidere le sorti di una gara. Ora ce ne sono molti di meno”.

Si ringraziano:

 

 

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