Le meteore del Taranto

DA MOTA, LO 'SVIZZERO'... COI BUCHI

16.08.2013 16:35


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A grande richiesta, torna l'angolo delle meteore del Taranto! Il nostro Cataldo Simonetti stavolta ci parla di Bruno Fontes Da Mota, che solo l'anno scorso faceva parte della rosa rossoblu
 
Nazionale Under 21 della Svizzera ed elemento puntualmente convocato per i 'matches' domenicali della Samp. Malgrado un biglietto da visita di tutto riguardo per un giovane di così belle speranze, Bruno Fontes Da Mota, elvetico di origini portoghesi, non ha di certo goduto in riva allo Ionio di quella fama e considerazione che in patria lo avevano reso, almeno sino a un paio di anni fa, una vera promessa del calcio europeo.
Come magra consolazione gli si potrebbe attribuire, al pari del notorio 'Tapiro d'oro', il titolo di Supermeteora rossoblù considerando il numero 'zero' alla casella presenze in partite ufficiali e le sporadiche apparizioni sul 'green' dello Iacovone in occasione degli allenamenti settimanali.
Nato nel gennaio del 1987 nella multietnica Ginevra, il mediano svizzero, dai marcati tratti lusitani, muove i suoi primi passi nel Servette, delle cui giovanili segue la trafila per circa un lustro mettendosi ampiamente in luce e meritandosi diverse convocazioni con l' Under-17 del suo paese. Nel 2005 il passaggio al Chiasso, compagine della seconda serie svizzera, dove il centrocampista scende in campo ben 13 volte sfoderando ottime prove, tali da aggiudicarsi un posto in pianta stabile nella rappresentativa under-19 e destare le attenzioni di diversi club europei tra cui la Sampdoria. Che, senza batter ciglio, ne acquisisce il cartellino inserendolo dapprima nella formazione Primavera e, successivamente, in prima squadra guadagnandosi numerose convocazioni. L'occasione del debutto con la maglia blucerchiata non tarda ad arrivare: è il 20 dicembre 2006, in un Sampdoria-Livorno (4-1), che Da Mota assapora per la prima volta, seppure per una manciata di minuti, il gusto della Serie A subentrando in luogo dell'esperto Palombo. Sembrano così aprirsi le porte del calcio che conta allorquando, assieme al suo compagno di squadra e di reparto, Reto Ziegler, viene chiamato dal c.t. dell' Under-21 elvetica per un impegno contro i pari età della Francia; ma è solo contro Turchia e Bosnia che il calciatore ha la possibilità di difendere da titolare i colori del suo paese.
Nell' estate 2007 la società della Lanterna decide momentaneamente di disfarsene e di concederlo in prestito al Bellinzona (serie B) e al Chiasso: nell'arco di un anno solare il magro bottino di 13 gettoni. Tutto questo prima del fatidico passaggio al Taranto nel luglio 2008. La dirigenza rossoblù decide per la sua nuova stagione, caratterizzata da un programma fortemente ridimensionato, di dare avvio a una rivoluzione conferendo all'organico un aspetto linguisticamente e calcisticamente variegato: Sosa, Barrios Silva, Shala, Barrotti, Guberac e, per l'appunto, Da Mota costituiscono la folta colonia di stranieri la cui fortuna nella capitale della Magna Grecia è davvero scarsa. Lo svizzero, nella fattispecie, è pressochè un fantasma: a compromettergli buona parte della stagione è un serio infortunio, a cui si aggiungono diversi problemi di natura personale. Nessuno, ad eccezione di qualche giornalista e addetto ai lavori, è in grado di riconoscerne le fattezze fisiche. Chi lo ha visto all'opera dapprima in ritiro e ,successivamente,in qualche rara seduta di allenamento nell' impianto del rione Salinella, spende buone parole, insufficienti tuttavia a convincere Dellisanti prima e Stringara poi a inserirli tra i papabili a un posto tra gli undici titolari. E' così che a febbraio, il giovane mediano decide di tagliar corto e tornare alla casa-base Sampdoria, senza però riuscire a ritagliarsi un posticino nemmeno in panca. L'ultima esperienza è targata Le Mont, club della seconda divisione svizzera, nel quale ha già collezionato diverse presenze da titolare.
 

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