Taranto F.c.

L'amarcord di TST: Taranto 2000-01, Cimadomo 'Quando Buso mi regalò la cravatta...'

06.04.2020 20:42


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DI ALESSIO PETRALLA

L'ultima promozione diretta del Taranto risale all'ormai lontana stagione 2000-01 quando i rossoblù, con una rimonta epica, recuperarono ben undici punti cal Campobasso e furono promossi, dalla C2 alla C1, con un turno di anticipo sul campo della Juve Stabia (in cui i tarantini strapparono un prezioso pareggio). Era il Taranto del compianto Sergio Buso sostituito poi da Massimo Silva, e del promettente centrocampista, classe 1978, Angelo Cimadomo che, a Tutto Sport Taranto, ripercorre quella meravigliosa annata partendo, però, dai fatti dei nostri giorni: "In questo momento storico pensare al calcio passa in secondo piano. Ovviamente, riprendere a giocare senza tifosi farebbe si che ogni partita perderebbe il proprio spirito. Perciò, per quest'anno si dovrebbero chiudere i battenti e riprendere direttamente a settembre. La vita di una persona viene prima di ogni cosa".

TARANTO: "E' stata la parentesi più bella della mia vita: ricordo che allo stadio, ogni domenica, c'erano circa 20000 spettatori. Li mi sentii calciatore nonostante giocassi in serie C2. Sono rimasto affezionato a quella piazza sia perchè vinsi un campionato che perchè ho conosciuto tanti amici che ancora ho il piacere di sentire".

L'ESORDIO: "Esordii nella gara interna, persa, con la Puteolana Non fu proprio fortunata la mia prima partita ma ricordo uno "Iacovone" stracolmo. Ho ancora varie foto che spesso faccio vedere a mio figlio, tra cui una con il mio nome sul tabellone luminoso".

BUSO E SILVA: "Con entrambi i tecnici, nonostante giocavo poco, andavo molto d'accordo. Del resto avevo grandi calciatori davanti come Giugliano, Monza, Sesia, Puglisi, Terrevoli e altri. Con il tecnico Buso avevo instaurato un gran rapporto: ricordo che il martedì regalava una cravatta a chi faceva gol o forniva l'assist. Una volta me ne diede una per il grande impegno che mettevo in allenamento".

IL GRUPPO: "Sono un ragazzo socievole e schietto tanto che a volte tutto ciò mi porta a sbagliare: sono rimasto in contatto con vari ex compagni tanto che l'altro giorno mi sentii con Puglisi. Avevo grande stima del capitano Aldo Monza così anche di Mimmo Giugliano che è campano come me. Ho avuto l'opportunità di risentire anche Antonio Di Nardo. Anche per questi motivi Taranto mi è rimasta nel cuore".

L'EMOZIONE PIU' GRANDE: "L'ho vissuta in tribuna a Castellamare di Stabia: era la penultima partita di campionato ed ero infortunato. Seguii il match in mezzo agli ultras e raggiunsi il "Menti" in macchina con loro. Ricordo, nel post gara, vista la promozione matematica in serie C1, la carovana dei quasi tremila supporters ionici. Non capita tutti i giorni di vivere un episodio del genere".

IL TARANTO 2020: "Per un breve periodo sono stato dirigente dell'Agropoli che milita nello stesso girone del Taranto. I rossoblù sono già sprecati in serie C figuriamoci in D. Pensavo che questo poteva essere l'anno buono. Del team di Panarelli conosco bene Ferrara che è proprio del mio paese (Agropoli) e che, forse, è l'unica nota lieta dell'annata. Non mi spiego questa lunga militanza tra i dilettanti visto che tantissimi calciatori corrono per indossare quella maglia. E' pur vero che ogni avversario quando gioca con il Taranto raddoppia le forze facendo diventare tutto più difficile. Con l'eventuale crisi della serie C chissà se gli ionici non riescano ad essere ripescati visto il blasone...".

Si ringraziano:

 

 

 

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