LA STORIA DEI QUARTIERI DI TARANTO / SOLITO CORVISEA, DA ANNIBALE AL VIALE VENEZIA (SECONDA PARTE)

24.08.2013 21:53


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Fonti storiche, inoltre, attestano che, giunto in prossimità della porta Temenide -ubicata proprio a ridosso delle citate mura- con circa duemila fanti ed una nutrita cavalleria, Annibale sia penetrato a Taranto con l'intento di impadronirsene. Ivi aiutato da Nicone, capo della congiura, che per mezzo di una torcia dà il 'placet' per l'ingresso dei cartaginesi,il generale s' infiltra in città facendo strage di Romani. Le prime notizie relative a nuclei abitativi in zona risalgono alla prima metà del XVII secolo.

Fatta già menzione dei Solito de Solis, che detengono un gran numero di possedimenti, il territorio è suddiviso in estese proprietà appartenenti ad ulteriori famiglie patrizie. Non è pertanto rischioso sostenere che già nel Seicento, in luogo dell'attuale grattacielo Bestat e dei palazzoni che fieri si erigono sul viale Magna Grecia, vi siano ampie distese di campi e vigneti, molti dei quali facenti capo a casupole e masserie. Tra queste, la Solito, che gode senza dubbio della palma di edificio più antico. Costruita probabilmente nel 1637 – questo è quanto la documentazione ufficiale riferisce- , appartiene all'omonima famiglia originaria della Spagna, giunta sulle rive dello Ionio nel pieno della dominazione iberica per collocarvi un feudo. Tuttavia, il rudere ancora oggi visibile nei pressi di via Plateja -quantunque continuamente esposto alle brame di golosi costruttori e speculatori edilizi- risale al XVIII secolo. Agli albori del Novecento si assiste alla prima forma di urbanizzazione del luogo. Negli anni della Grande Guerra vengono innalzati i cosiddetti 'Villini', piccoli edifici abitativi in stile Liberty, tutt'oggi occupati, e costituenti un piccolo complesso residenziale sito tra le vie Genova, Cagliari e Zara. Nei primi anni Venti sorgono le 'Dieci Palazzine', una schiera di fabbricati a due piani dapprima destinati ad uso ufficio e militare, successivamente trasformati in alloggi civili. Del resto, sino almeno all’ ultima ristrutturazione esterna degli stessi, era possibile scorgervi delle iscrizioni di chiara matrice fascista, inneggianti al Duce. Nel corso del Ventennio, sulla strada per Lecce -in seguito ribattezzata Via Cesare Battisti-, vengono innalzati altri edifici popolari –alcuni dei quali ancora resistenti al tempo e abitati-, nonché la piccola chiesa dedicata a Santa Teresa di Lisieux (1932). Soltanto negli anni Cinquanta e Sessanta si assiste ad un ‘boom’ edilizio senza precedenti. Nasce altresì Viale Venezia che, per la sua particolare conformazione , ricalca le antiche mura. Per tale ragione verrà, qualche anno più avanti, ridenominato ‘ Viale Magna Grecia’, anche in virtù della sua vicinanza alla cinta. Dapprincipio stradone di campagna, costeggiato da innumerevoli alberi di ulivo e solo eccezionalmente da palazzi (costruiti tra il ’57 e il ’60, laddove tuttora è presente il ‘celeberrimo’ sottopassaggio), diviene nel breve giro di pochi anni vera e propria arteria cittadina. Negli anni Ottanta e Novanta, infine, il quartiere si espande rapidamente sino alle contrade Raho (Città Giardino) e Cimino (nelle adiacenze dell'impermercato Auchan), giungendo persino ad insidiare il territorio comunale di San Giorgio Jonico.

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