La storia di Taranto

LA STORIA DI TARANTO / 9a PUNTATA - L'ETA' BIZANTINA

14.08.2013 17:42


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Puntata numero nove della seguitissima 'Storia di Taranto' del nostro Aldo Simonetti

Eredi orientali di quell'Impero caduto sotto i colpi della spada barbara, i Bizantini rappresentano i dominatori più disinteressati della nostra storia. La loro tangibile presenza in terra pugliese si limita a due periodi, peraltro ben distanziati l'uno dall'altro: il primo risale agli anni della guerra greco-gotica (di cui si è già avuto modo di parlare), il secondo, molto più rilevante, abbraccia quasi due secoli, dal IX all'XI, allorquando sopraggiungono i temerari Normanni. In entrambi i casi -ma soprattutto nel primo-, l'occupazione assume le sembianze di una farsa giustapposta creata da questi 'neogreci' all'unico scopo di fare la voce grossa all'interno della penisola italiana, ormai divenuto un autentico scacchiere nel cuore del Mediterraneo. A Taranto il potere bizantino è solo nominale. Eccezion fatta per le due fasi appena citate, quando viene di fatto 'usata' come avamposto per le operazioni militari nel Meridione, la città è abbandonata a sè stessa (allo stesso modo di quanto accade oggi). Appare perciò logico che le mire di Longobardi, prima, ed Arabi, poi, si facciano sempre più insistenti. Bisognerà attendere soltanto che la ferocia dei conquistatori saraceni si abbatta sui nostri abitanti perchè Bisanzio possa degnarci di qualche attenzione. Letteralmente rasa al suolo nel 927, Taranto viene fatta riprogettare e ricostruire quarant'anni dopo dall'imperatore Niceforo II Foca, da non confondere con l'omonimo personaggio - ironia della sorte - cui viene commissionato questo difficile compito. Architetto 'sui generis', in quanto gli è affidato persino l'incarico di generale, riduce la superficie del centro abitato creando un singolare innalzamento con i materiali di risulta delle vecchie macerie. Proprio a questo è riconducibile l'esistenza dei vari pendii (La Riccia, San Domenico, ecc.), nonchè della discesa Vasto. Ecco, dunque, il perchè della curiosa sopraelevazione che caratterizza l'isola. Anche il famoso Ponte di Porta Napoli -quello originario- viene eretto per volere dell'Imperatore.
Ma a muovere questi nessuno spirito di antropofilia, nè latente volontà di risarcire la popolazione tarantina per i precedenti danni subiti - dovuti più alla negligenza dei governanti che alla fame dei pirati-. L'intento è uno: fortificare questo importante punto strategico in chiave anti-germanica. Sì, perchè Ottone I, nelle cui mani sono da tempo finiti i lasciti territoriali di Carlo Magno, dopo aver sottomesso l'Italia settentrionale punta dritto verso i domini bizantini del sud.
Rigenerata e rinforzata in ogni suo punto, a Taranto , malgrado la tracotanza dei vari funzionari ed il costante timore di una nuova scorreria saracena, si torna a finalmente respirare aria fresca. Ma si manifesta anche un 'melting-pot' senza precedenti; mercanti di origine slava, armena e mediorientale s'impiantano qui con le loro famiglie mescolandosi alla popolazione locale.

EREDITA' LINGUISTICHE E CULTURALI: Non è assolutamente facile compito annotare quanto dai Bizantini è stato 'donato' alla nostra lingua. Benchè sia ben risaputo che il tarantino presenta tracce di grecità nel lessico, nella morfologia e persino nella sintassi, non è possibile tuttavia determinare con precisione quando determinati 'grecismi' sono penetrati. In età ellenistica o in età bizantina? Nel dubbio, ci limitiamo a considerare solo quei prestiti risalenti con certezza alla seconda fase. 'Vastàse' (siete liberi d'interpetarlo a vostro piacimento), 'gràste' (vaso) e 'cutògne' (mela cotogna) sono lessemi portati direttamente dal Mediterraneo orientale. Non è escluso che il fenomeno fonetico per cui la labiale sonora 'b' diventa 'v'(es.: 'vàrve' per 'barba' e 'vàse' per 'bacio') possa aver preso piede proprio in questo periodo.Numerosi, invece, i cognomi da noi noti che tradiscono un'origine bizantina. Basile e Catapano, abbastanza diffusi e facenti riferimento a due figure di funzionari operanti nelle colonie del sud. Ancora, i Greco, i Protopapa ed i Camarda possono ritenersi discendenti di questa gloriosa stirpe che per quasi un millennio ha segnato la storia europea fino alla presa di Costantinopoli del 1453.


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