Ve lo dice Gennaro

Taranto, si torna all'Inferno

di Gennaro Esposito

01.05.2017 01:33


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Com’e’ lontano quel 4 agosto quando un’intera citta’ impazziva di gioia all’ufficialita’ della notizia del ripescaggio del Taranto che tornava nel calcio professionistico dopo 4 anni di purgatorio in serie D.Tutto questo grazie al duo Bongiovanni-Zelatore che versando il fondo perduto permetteva alla citta’ dei Due Mari di riassaporare il calcio che conta. Sono stati poi loro stessi, con una serie di decisioni alquanto discutibili ( indire la giornata pro Taranto all'ultima giornata e' stata la ciliegina sulla torta ) a contribuire al ritorno del calcio tarantino nella melma del calcio dilettantistico. Una sana e corretta gestione di una societa' non prevede solamente il puntuale pagamento degli stipendi, ma e' necessario anche riuscire ad avvalersi di uno staff tecnico valido ed avere la giusta esperienza nel settore affinche' possano essere prese le giuste decisioni nei momenti di criticita' che un campionato puo' presentare nell'arco del suo svolgimento. Si parte con Aldo Papagni, grande conoscitore della piazza ed allenatore stimato da tutto l’ambiente rossoblu’, che raccimola 9 punti in 8 partite ( media punti 1,12 ) ad un punto dal decimo posto, ultimo utile per i play off e con due di vantaggio sul quint’ultimo : per una squadra partita in ritardo e che ha come obiettivo una sofferta salvezza non e’ un bottino disprezzabile, eppure il duo, ritenendo il gioco espresso dalla squadra poco spettacolare, esonera il buon Aldo il quale si era accorto subito dello scarso valore tecnico della rosa mirando al risultato a scapito del bel gioco. Vabbe’, vada per l’esonero di Papagni, ma sostituiamolo almeno con un un allenatore esperto e navigato. La societa’ decide invece di affidare la guida tecnica a Fabio Prosperi, bandiera rossoblu’ come calciatore, ma completamente inesperto come allenatore. A questa inesperienza lui ci aggiunge un comportamento troppo rigido nei confronti dei calciatori creando da subito attriti forti con alcuni di essi ( vedi lite con Stendardo e con Bollino con conseguente cessione di quest’ultimo a gennaio) creando inevitabilmente una forte spaccatura nello spogliatoio. Risultato, 15 punti in 16 partite ( media punti 0,93 ) e terz’ultimo posto in coabitazione con Catanzaro ed Akragas. A questo punto, ma con colpevole ritardo, via anche Prosperi ( al quale era da qualche giornata scaduta la proroga ad allenare senza patentino ed era stato pertanto affiancato da De Gennaro, altro pastrocchio societario) e panchina affidata a Ciullo, allenatore esperto della categoria il quale, nonostante erediti una rosa ancor di piu' indebolita da uno scellerato mercato di riparazione gestito dal sig.De Poli ( ne avesse imbroccata una !), riesce subito a ricompattare lo spogliatoio raggiungendo nelle prime tre partite ben 7 punti frutto di due vittorie contro Foggia e Catanzaro inframmezzate dal pareggio a reti bianche di Catania. Dato molto confortante : la squadra riesce a mantenere la porta inviolata. A questo punto il Taranto ha 4 punti di vantaggio sulle due quint’ultime, Akragas e Catanzaro e ben 11 sull’ultima, il Melfi. Nella settimana seguente la squadra ottiene un altro prezioso pareggio a Fondi : e’ il 5 marzo e qui di fatto si chiude il campionato del Taranto. Perche’ ? Cosa e’ successo di tanto grave all’interno dello spogliatoio che ha fatto perdere tutto d’un tratto ai calciatori la voglia di lottare inanellando 8 sconfitte su 9 partite con 19 gol subiti ed appena 4 realizzati ? Pare che la squadra, all’indomani del pareggio di Fondi, abbia chiesto un premio salvezza categoricamente rifiutato dalla societa’. Se fosse questa la vera motivazione tutti i calciatori dovrebbero vergognarsi per aver “ violentato” un’intera tifoseria indossando indegnamente la gloriosa casacca rossoblu’.Non regge invece la scusante dell’aggressione subita da Maurantonio, Stendardo ed Altobello il 22 marzo in quanto nelle due precedenti partite contro Akragas e Messina ( con i tre presenti) era evidente come la squadra avesse gia’ staccato la spina. Tutti noi tifosi abbiamo il diritto di sapere cosa e’ realmente accaduto, magra consolazione all’ennesima avvilente mazzata subita. Adesso cosa ci attende ? La solita estate di passione fra presunti acquirenti, iscrizione a rischio, squadra costruita in ritardo e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Siamo stanchi, lo zoccolo duro della tifoseria si va assottigliando sempre di piu’ : come si puo’ evitare che il prossimo anno gli spalti dello Iacovone siano desolatamente deserti ? Solamente con il subentro immediato di una nuova dirigenza che allestisca uno squadrone pronto a stravincere il prossimo campionato di serie D. In caso contrario le “gesta calcistiche”dei rossoblu’ saranno roba per pochi intimi.

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