LA STORIA DELLE CHIESE DI TARANTO: SAN PIO X, IL PRIMO TEMPIO DI ITALIA MONTEGRANARO

26.05.2014 18:35


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di Aldo Simonetti

Rione Italia, un’istantanea panoramica risalente ai primi anni Cinquanta. Un quartiere ‘in fieri’, intitolato a un Paese prossimo a spegnere le sue prime cento candeline per celebrarne la redenzione postbellica. A delinearvisi, il suo ‘boulevard’, viale Liguria, ai fianchi del quale si levano le prime costruzioni abitative. Osservata a volo d’uccello, l’area appare edificata a macchia di leopardo: ad ammantarne la superficie, uno strato di polvere e pietrisco - sovente spezzettato da grosse chiazze di asfalto -, sovrastato qua e là da sporadiche palazzine di modesta altezza e, più a levante e ‘a remotis’, minuscoli fabbricati adibiti a depositi e, in taluni casi, ad abitazioni private.

Sebbene a bassa densità, la zona è presto dotata di un luogo di culto, grazie alla lungimiranza dell’Arcivescovo di Taranto, ben consapevole della rapida espansione urbanistica in atto.

A questo proposito, viene individuato e, conseguentemente, acquistato a prezzo stracciato un appezzamento di terra già appartenente agli avvocati – nonché fratelli - Giovanni e Raffaele Foresio, e retrostante il piazzale denominato ‘Torino’ (corrispondente al lato sinistro dell’attuale Pio X), prima Capitale d’Italia. Poste le fondamenta al crepuscolo del 1955, l’opera, disegnata dall’ingegner Bernardi, viene approntata in poco più di un mese. La dedicazione a Pio X, pontefice fresco di canonizzazione, appare oltretutto fortemente intenzionale, in virtù delle umili origini del santo veneto, confacenti alle caratteristiche della nascente borgata ad evidente vocazione popolare. Il 20 maggio del ’56, a seguito di solenne processione per le strade attigue e funzione sacra, il tempio è inaugurato.

Un decennio più tardi, il vorticoso incremento demografico avutosi nel circondario rende necessaria l’erezione di una nuova parrocchiale, ben più capace di quella già in funzione ed elegante. La progettazione è pertanto affidata alle matite di Francesco Blandino e Pier Giuseppe Vallauri (di origine laziale il secondo, ma tarantino di adozione), due giovani e promettenti architetti di casa nostra. Entrambi i professionisti ripagano a dovere la fiducia in loro riposta da Guglielmo Motolese, esibendogli uno schizzo obbediente ai dettami della moderna architettura; così, l’ ‘incipit’ alla sua realizzazione viene dato nel 1967. Dopo due anni di incessante e duro lavoro, il nuovo edificio prende forma ed è ufficialmente aperto al culto, assumendo così il posto del precedente, trasformato in auditorium. Il medesimo è abbellito successivamente con pregevoli ceramiche grottagliesi – poste in direzione dell’ambone - e vetrate artistiche, nonchè munito di un complesso organo a canne.

Attuale rettore della parrocchia, Monsignor Giacinto Magaldi, sacerdote originario della provincia di Matera.

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