LA STORIA DEI QUARTIERI DI TARANTO / ITALIA-MONTEGRANARO, 2a PARTE: NASCE LA PRIMA CHIESA DI TARANTO

24.08.2013 22:04


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Proprio lungo l'arteria principale del rione è possibile tutt'oggi intravedere i resti di un acquedotto romano, denominato 'Aqua Nymphalis' e dedicato alla ninfa Satyria

Si tratta di un'opera idrica edificata nel I secolo d.C. (siamo, pertanto, in piena età imperiale), lunga oltre dieci chilometri ed avente la finalità di rifornire Taranto delle acque provenienti da Saturo o, secondo studi più affidabili, dal vicino Pozzo di Lama Traversa. Sottoposti all'azione corrosiva del tempo, nonché alla disarmante barbarie di selvaggi abitanti, i suoi residui testimoniano l'importanza della zona anche sotto l'egida della Caput Mundi.

Nel corso di quella che è lecito indicare come 'età protocristiana', viene eretto il primo edificio del nuovo culto, laddove corso Italia e via Campania si stringono in un abbraccio di asfalto e semafori. E' la chiesa di Santa Maria di Murivetere (cioè ''prossima alle antiche mura''), presumibilmente del IV secolo e ormai scomparsa.

Per tutto il Medioevo il luogo resta nell'anonimato, sino a quando, sul finire del Quattrocento, viene per la prima volta citato in una documentazione scritta il toponimo Montegranaro, con riferimento alla concessione di un terreno.
Altre notizie in nostro possesso riguardano fondamentalmente i secoli XVIII e XVIII. La presenza della Torre d'Ayala-Valva (sita nell'odierno viale Virgilio ed indecorosamente lasciata in pasto a topi), residenza estiva dell'omonima famiglia originaria della Spagna – e, verosimilmente, rivale dell'altra casata iberica dei Solito dè Solis-, lascia supporre che lo spazio a questa adiacente costituisca un ampio feudo, tutto adibito ad ulivi e vigne. Non possono mancarvi masserie, la più importante delle quali reca il nome di Masseria del Carmine, ubicata in luogo dell'odierno plesso scolastico 'Alfieri'.
Il Gagliardo, autore di una preziosa descrizione topografica di Taranto (unica nel suo genere), nel 1811 parla di località destinata alla pesca di murici, polipi e cernie, esaltandone perciò la pescosità della riva.
Per veder sorgere i primi edifici abitativi, sarà necessario attendere oltre un secolo. Intorno ai primi anni Quaranta viene eretta una serie di stabili, una sorta di appendice del Borgo: le vie Japigia, Messapia e Laclos sono le prime ad essere interessate da questo fenomeno espansionistico del centro abitato. Nel decennio successivo altri palazzi, alti e variopinti, in barba alle semplici norme del gusto, vengono innalzati in nome di una energica e repentina spinta urbanistica.

                                                                                                                                        2013- Riproduzione riservata


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