Le meteore del Taranto

'UFFICIO STRANIERI' TARANTO

16.08.2013 21:14


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Suvvia,dovreste ammetterlo anche voi. Possibile non abbiate mai tentato di enumerare la quantità di calciatori stranieri che, partendo dal vetusto Dossou per arrivare al neopatentato Karvonen, hanno intriso di sudore la maglia rossoblu a strisce verticali?


Sì, su per giù una ventina; ma se spremete ancor più le meningi, ricaverete il numero preciso. Ora, cimentiamoci in un'operazione ancor più complessa: aggiungere ai precedenti tutti quei calciatori di provenienza estera ai quali è stato concesso di far sfoggio dei nostri colori sociali solo in occasione di partitelle di allenamento. Per dirla in breve, qugli atleti giunti da noi in prova o stanti ad un passo dalla firma.

La carrellata, ve lo assicuro, sarà lunga e gustosa. Torniamo indietro nel tempo, precisamente nell'agosto del 1999. Alla truppa di mister Carrano, prossima a dipsutare un torneo di vertice in serie D, si aggrega uno sconosciuto trequartista croato, tale Anton Pranjic. Reduce da un discreto campionato con la maglia dello Zadar nella massima serie del suo paese (dove totalizza 12 presenze condite da due reti), mette in mostra le sue doti tecniche nel ritiro di Lagonegro non impressionando tuttavia gli addetti ai lavori. Spedito al mittente. Con Ermanno Pieroni l'internazionalità diviene un dato di fatto. Già nel luglio 2000, a pochi giorni dal suo avvento, giunge in prova il difensore argentino Fernando Figini, noto più per le botte rifilate in allenamento che per le sue prodezze. Sfumato il tesseramento, si accorderà ben presto con il Martina. Ottenuto il tanto agognato ripescaggio in C2, il regalo del patron marchigiano alla tifoseria ionica si chiama Alex Villanueva. Spagnolo (o meglio ancora catalano, al fine di non arrecar torto agli irredentisti di quelle zone!), centravanti alla Girardi, finirà di lì a breve in prestito alla Fidelis Andria in serie C1. Nel novembre dello stesso anno, direttamente da Belgrado, tocca ad un mediano serbo ventenne provare a convincere l'esigente piazza tarantina. Solo pochi giorni e per Nemanja Cvetkovic (questo è il suo nome), di proprietà della Stella Rossa, è già ora di tornare a casa. Sul finire del 2001, dopo un'astinenza lunga quasi un anno, si torna a guardare con simpatia le vetrine estere. Ad ottobre è la volta di Massimo Cannizzaro, attaccante italo-tedesco scuola Bayern; le note forche caudine della severa commissione esaminatrice si abbattono anche su di lui. Fuori! Sembra cosa fatta, ma all'ultimo istante sfuma il passaggio di Anes Cardaklija in rossoblu. Bosniaco, tesserato per l'Ancona calcio, nel gennaio 2002 per l'attaccante sembrano aprirsi le porte dello Iacovone. Un'occasione importante per farsi le ossa e conquistare la casacca dell'under 21 del suo paese, alla quale anela da tempo. Ma, senza neanche sapere il perchè, il talento balcanico non giungerà mai in riva allo Ionio. Dodici mesi più tardi (gennaio 2004), negli spogliatoi dell'impianto sportivo del rione Salinella compare un aitante calciatore dagli evidenti tratti slavo-settentrionali. Interpellati i dirigenti del sodalizio, si viene a conoscenza soltanto del nome e del ruolo: Robert Warczachowski, polacco, di professione difensore. In realtà, il suo passato calcistico è ignoto a tutti. Solo con l'ausilio di qualche ricerca di archivio si riesce a scovare qualche informazione sui suoi trascorsi,tutt'altro che suggestivi. Gioca da anni nella quarta serie polacca, esattamente nel girone nord-occidentale. Della sua permanenza a Taranto, poi, più nessuna notizia. Blasi presidente, aumenta l'afflusso di cittadini stranieri desiderosi di strappare un contratto al club ionico. Si parte con Djebrane Abda, centrocampista algerino in prova già nelle prime settimane d'insediamento del patron manduriano. Risultato? Poco convincente. In quei giorni salta anche il trasferimento (ritenuto ormai cosa fatta) del talentuoso attaccante brasiliano Aragao in virtù del dietrofront improvviso della Salernitana, società di appartenenza. Ad onor del vero, i primi tempi dell'era Blasi non sono caratterizzati dall'afflusso di calciatori esotici. Solo nel luglio del 2005 raggiunge il ritiro di Norcia un difensore franco-ivoriano, Aboubakar Traorè , con esperienze nella C transalpina. Ma anche il 'coloured' è destinato a seguire la sorte dei suoi predecessori. L'ufficio stranieri riapre momentaneamente nel gennaio 2007. Ad averne l'accesso, in cerca di occupazione, è Tomas Mica, mezzapunta classe '83, proveniente dal Naftex Burgas, serie A bulgara e con all'attivo diverse apparizioni con le nazionali giovanili della Repubblica Ceca. Anche per lui niente passaporto. Frontiere aperte,invece, nel gennaio 2008. Il Taranto naviga nei quartieri alti della classifica e la B non appare peraltro un miraggio. A rimpolpare un attacco stellare sulla carta, ma non così produttivo, si prende visione di una giovane punta brasiliana, Alex Joaquim D'Acol. Tra i tifosi, a cagione del curioso nome, le battute si sprecano, oltre relativamente alle sue doti. Ma, contrariamente ad ogni diceria, in allenamento impressiona per corsa, tecnica e senso della posizione. Basta una sola mezz'ora del match amichevole Taranto-Manfredonia per stregare Blasi & Co. Del resto, il suo 'curriculum' non è affatto da cestinare. Vice (nonchè compagno di stanza) di Rivaldo nell'Olympiakos, con il club greco esordisce persino in Champions League nella stagione 2005-06. Ingaggiato dal Kerkyra (Alpha Ethniki-corrispondente alla nostra serie A), firma un biennale. Ma, nell'arco di qualche giornata, arriva il ripensamento del giocatore, troppo poco convinto di calcare i campi della C1. Assieme al sudamericano, tenta la fortuna anche un esterno di centrocampo belga di origini marocchine: Rachid Tiberkanine, uno dei punti di forza della nazionale olimpica del suo paese (intendendo il Marocco) e cresciuto calcisticamente nell'Ajax. Nulla da fare, fuori! Si giunge così nel mese di luglio 2008. L'annuncio viene dato in 'pompa magna', l'entusiasmo dei tifosi sembra riaccendersi dopo l'amarezza play-off. Gastòn Bueno, conosciutissimo da calciofili e giornalisti uruguayani, è il nuovo colpo della Taranto Sport. Centrocampista del Central Espanol, fa parte della triade di acquisti (con Sosa e Barrotti, a cui si aggiungerà il figlio d'arte Barrios Silva) firmati 'Uruguay'. Come per D'Acol, anche qui si accende un giallo...niente più Taranto per lui. Nello stesso mese viene monitorato l'avanti senegalese Ousmane Senè, ex di Salernitana ed Acireale. Malgrado le buone prestazioni sfoderate nei test pre-stagionali, nessuna speranza di ingaggio sembra profilarsi, anzi, per lui il ritorno nei meandri della serie D. Arrivando di corsa ai giorni nostri, passiamo alla gestione D'Addario. Su,forza, diamoci dentro, ecco gli ultimi piatti forti della nostra appetitosa carrellata. Premettiamo che con il neo ed attuale presidente, l'ufficio di collocamento per stranieri ha cessato di esistere. Niente merce d'importazione estera da testare, ma ingaggi diretti e d'origine controllata (scandinavi a parte, praticamente inutilizzati ed autentici oggetti misteriosi). Ma nelle pagine della storia del nostro calcio, non possono di certo non trovare spazio due autentici colpi a sensazione sfiorati, persino di livello internazionale. Il riferimento è al centravanti Bjorn Runstrom, ex Kaiserslautern e compagno di reparto di Ibrahimovic nell'under 21 svedese. Giunto in visita (?) a Taranto, potrebbe essere il nuovo traghettatore degli ionici nella seconda parte della stagione 2009-10. Ma la firma non arriva. Caso più eclatante è quello relativo a Rydell Poepon, l'''olandese volante''. Un volo d'aereo, una mezza giornata trascorsa tra i due Mari per rendersi conto che il clima mediterraneo mal si confà alla sua fredda tempra olandese, preferendo un ingaggio nell'Eredivisie. Eppure, l'offerta fatta all'attaccante, benchè allettante ed accettata dallo Sparta Rotterdam, viene rifiutata. Peggio per lui e per chi non sceglierà la nostra maglia.

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