LA STORIA DEI QUARTIERI DI TARANTO /TALSANO, SULLA SCIA DEI BIZANTINI

24.08.2013 21:45


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Secondo Cataldantonio Carducci, umanista tarantino operante nella seconda metà del Settecento, la genesi del suo nome andrebbe ricercata nel lemma di matrice orientale 'dascia', a sua volta deformazione del latino 'pascere', a cagione della presenza di pascoli in zona

Molto più semplicistica e priva, pertanto, di qualsiasi fondamento scientifico, è l'opinione del noto cultore di tradizioni locali, Nicola Caputo, per il quale il toponimo 'Talsano' sta ad indicare un luogo 'sano', evidentemente per la salubrità dell'aria (laddove la radice *tal- va intesa come 'tale luogo').

E', tuttavia, più ragionevole propendere per un'origine greca, con riferimento al sostantivo 'thalassa' ('mare'), proprio in virtù della vicinanza del sito alla costa. La storia più antica della borgata, difatti, è legata a doppio filo con il mondo greco-bizantino. Al di là dell'etimologia del nome appena enunciata, a darne ulteriore testimonianza è la presenza di un dipinto, trafugato quarant'anni or sono dal santuario della Madonna delle Grazie. Con ogni probabilità risalente all' VIII secolo, sarebbe ivi giunto direttamente via mare, da un non precisato posto dell' Impero bizantino. Ma non finisce qui, perchè l'elemento orientale non si riduce essenzialmente al succitato documento artistico.

Fonti attendibili, circa i primi insediamenti 'in loco' e riconducibili alla prima metà del XIV secolo, raccontano di monaci basiliani di rito greco- d' incerta provenienza- che, dopo essere sfuggiti alle scorrerie dei Saraceni, vi erigono un edificio sacro dedicato alla Madre di Dio. Tutt'intorno si sarebbe, successivamente, sviluppato un piccolo agglomerato di case, abitate perlopiù da profughi delle zone costiere scampati al pericolo turco. Bisognerà, nondimeno, attendere un notevole arco di tempo per vedere sorgere il primo vero nucleo, quello rispondente all'attuale borgata. Tra XVII e XVIII secolo, al fine di sfruttare al meglio le risorse del luogo, viene edificato un cospicuo numero di masserie, che offrono altresì nuove opportunità d'impiego per contadini e aspiranti tali. Così, sino almeno alla vigilia della Restaurazione, il circondario è tutto un 'continuum' di vigneti e campi arati. Con il dilagante fenomeno della mezzadria nell'Ottocento, diversi braccianti (i più facoltosi) costruiscono sui terreni loro assegnati delle abitazioni, quasi tutte attigue, fino a costituire un centro, dapprima minuscolo, poi maggiormente esteso. Nasce così Talsano che, già agli albori del XX secolo, assume tutte le sembianze di un qualunque paese dell'arco tarantino o, più in generale, meridionale.

Accorpato al Comune di Taranto, il rione ha da sempre conservato una propria identità culturale, soprattutto linguistica. Lo dimostra la parlata locale, un'autentica costola del dialetto tarantino corrotta da elementi fonetici dell'area salentina (vedi il termine 'fièrre' in luogo del tarantino 'fìrre').

Infine, degno di menzione è l'appellativo attribuito, dai tarantini al talsanese 'doc', di ' 'u calavrèse'(' il calabrese'). Non è affatto chiara la derivazione di tale epiteto, cosa che ha generato una gran varietà di scuole di pensiero: c'è chi ne attribuisce la paternità al primo prete del luogo, proveniente presumibilmente dalla Calabria, oppure alla presenza di un ricco proprietario terriero, dalle cui terre sarebbe sorto l'agglomerato urbano in questione.

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