Taranto F.c.

L'amarcord di TST: Davide Faraon, 'Che boato la curva all'ingresso in campo con il Crotone'

L'ex portiere: 'All'esordio con il Foggia il cuore mi batteva forte...'

26.04.2020 19:24


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DI ALESSIO PETRALLA

Cinque stagioni in serie C1 per l’ormai ex portiere, classe 1085, Davide Faraon che, a Tutto Sport Taranto cerca di rivivere con piacere quei momenti partendo, però, dal presente: “Ho smesso di giocare a calcio un po’ di anni fa: ora faccio il responsabile in una fabbrica in Veneto e continuo ad impegnarmi con la chiesa nel prendermi cura dei giovani”.

LA RIPRESA: “Sono convinto che i campionati riprenderanno visto che dietro ci sono troppi soldi: secondo me per ora si dovrebbe fermare anche se sarebbe giusto terminarli visti i parecchi investimenti fatti da molti presidenti. Ovviamente sarebbe un finale di stagione falsato. Per quanto riguarda la serie C, la D e altri campionati sarà molto più difficile ripartire: al massimo si dovrebbe cercare una soluzione per terminare tutto in maniera più sbrigativa. Dispiace per squadre come l’Atalanta che stava ottenendo grandi risultati”.

TARANTO: “Era come casa mia. Ho vissuto grandi stagioni e ancora, a volte, scendo a Taranto che è stato un punto di svolta sia per la mia vita da calciatore che per quella spirituale”.

LA PARTITA: “Ricordo il mio esordio in C1 a Foggia: peccato perché perdemmo al 92’ per via di un gol realizzato da Ignoffo. Feci, comunque, una buona prestazione. Dovevo andare in panchina ma Barasso si sentì poco bene e mi dissero che dovevo giocare io. Il cuore mi batteva forte”.

LA DELUSIONE: “Sicuramente la finale di Ancona con il tecnico Cari in panchina. Fu, comunque, una bellissima stagione ricca di emozioni. Peccato, per come andò a finire visto lo strepitoso girone di ritorno. A quella partita arrivammo cotti e con degli acciaccati. La squadra aveva viaggiato come un treno: ci fu un calo che ritengo normale”.

MOMENTI IMPORTANTI: “Non ne ricordo qualcuno in particolare. Con il Gallipoli, quando ero poco più che un ragazzo, riuscii a strappare applausi. Poi ricordo l’uscita dal tunnel degli spogliatoi nella semifinale play off di ritorno con il Crotone: ci fu un boato pazzesco da parte della curva che mi mise addosso la pelle d’oca. Fu come un’onda d’urto, una sensazione bellissima”.

I COMPAGNI: “Con più di qualcuno ho vissuto un bellissimo rapporto anche nei momenti difficili. Mi ricordo bene dei compagni di reparto come Barasso e Pinna. Poi c’era Dionigi arrivato alla fine della sua carriera: con lui legai molto anche per via della nostra sincera fede religiosa. Ricordo il capitano Prosperi con cui ho vissuto cinque stagioni: indossava la fascia con amore e come lui non se ne trovano”.

IL TARANTO 2020: “Vedere il Taranto in serie D fa male. E’ una piazza che ama il calcio e che merita altre categorie. Non conosco la dirigenza attuale ma posso solo dire che serve continuità. Si possono spendere soldi ma se non esiste una programmazione è difficile ottenere risultati. Certo questi possono arrivare all’inizio però poi non più. Spero che Giove possa dare tutto ciò e far risalire il Taranto”.

Si ringraziano:

 

 

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