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A Confcooperative Taranto e Federconsumatori Taranto non piace il Piano Regionale delle Politiche Sociali

06.02.2018 09:28


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Confcooperative Taranto e Federconsumatori Taranto non la mandano a dire: il quarto Piano regionale delle Politiche sociali ha il pathos di un elenco telefonico!

Inizia così la conferenza stampa in cui i responsabili provinciali delle due organizzazioni Carlo Martello, Presidente della Confcooperative Taranto, e Maria Antonietta Brigida, Presidente di Federconsumatori Taranto, hanno espresso le loro considerazioni sul documento regionale.

Non solo note negative: «certamente occorre dare atto alla Regione – esordisce Maria Antonietta Brigida – di aver attuato una corretta politica finanziaria in un campo estremamente sensibile agli sprechi e all’allegra gestione. Ugualmente non si può non convenire sull’adeguatezza della infrastrutturazione conseguita grazie alle iniziative della Regione!».

«Ma non si possono far passare sotto silenzio – passa poi all’attacco Carlo Martello – criticità e preoccupazioni».

«Innanzitutto la formulazione del Piano, prettamente tecnica, è assolutamente priva – sottolinea il presidente di ConfCooperative Taranto – delle connotazioni sociali dalle quali invece dovrebbe essere caratterizzata: è evidente l’assenza della politica, l’unica capace di ascoltare e dare risposte ai bisogni e il prevalere della tecnocrazia».

«Si procede invece rigidamente per categorie – ribadisce Carlo Martello – dimenticando l’obiettivo delle legge 328/2000, che, modificando il sistema dei servizi sociali, aveva cercato di sottrarsi a questa impostazione prettamente tecnica».

Maria Antonietta Brigida sottolinea un altro aspetto: «considerando quello che sta soffrendo la popolazione della Città di Taranto, una “finestra” dedicata specificamente al nostro territorio non ci sarebbe stata male, anzi…».

Per le due organizzazioni tarantine, inoltre, grande preoccupazione desta la notizia contenuta nel Piano dei limiti della compartecipazione ASL in momenti fondamentali quali il buono servizio per l’accessibilità degli anziani ai servizi a ciclo diurno, quali ancora il contenimento della spesa per le prestazioni domiciliari e a ciclo diurno per i non autosufficienti a media e alta complessità e, infine, la tendenza ASL  di contenere le spese per le prestazioni domiciliari integrate assicurando solo gli interventi domiciliari per i pazienti terminali e quelli gravissimi non autosufficienti.

«Lascia perplessi e addolorati – lamenta Carlo Martello – la decisione regionale di un avvio distinto del tavolo di concertazione con le Organizzazioni Sindacali rispetto al percorso di progettazione partecipata con tutte le Organizzazioni del Terzo Settore».

E’ proprio l’attenzione al Terzo Settore che appare completamente evaporata nel Piano Sociale della Regione.

Lo spiega Maria Antonietta Brigida: «a fronte di una specifica previsione di coinvolgimento attivo prevista dalla legge 328/2000, di una importanza strategica e dimensionale conquistate sul campo, del riconoscimento ottenuto con il Dlgs. 112/2017 che riformando il Terzo Settore lo riconosce settore trainante dell’economia, il Piano Sociale della Regione lo marginalizza mortificandolo addirittura nella prevista composizione della Cabina di Regia per l’attuazione del Piano Sociale di Zona».

Alla luce delle preoccupazioni espresse, Federconsumatori Taranto e Confcooperative Taranto fanno appello alla politica, fino ad oggi assente, affinché nell’interesse delle sempre più numerose persone in difficoltà, venga valorizzato appieno l’apporto del Terzo Settore.

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