La storia di Taranto

LA STORIA DI TARANTO / 8a PUNTATA - I LONGOBARDI A TARANTO

14.08.2013 17:45


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di Aldo Simonetti

Protagonisti dell'ottava puntata de 'La storia di Taranto' sono i feroci scandinavi

La loro terra d'origine è la Scandinavia. Nomadi, sempre alla ricerca di avventure e bottini, i Longobardi si distinguono per la loro inusitata ferocia. Pregano il loro dio Odino, compiono sacrifici e rituali e si abbandonano a saccheggi,devastazioni e massacri senza risparmiare nessuno, donne e bambini compresi. Soltanto l'efficace arte predicatoria di Gregorio Magno e la lenta assmilazione alla civiltà latina potranno edulcorare il carattere aggressivo dei nuovi conquistatori.

Giunti attraverso l'Europa centro-orientale (Germania e Pannonia) tra VI e VII secolo, questi 'signori del terrore' in breve tempo riescono a mettere a soqquadro la quasi totalità della penisola italiana. Varcate le Alpi Orientali, s'impossessano di Veneto, Lombardia (facendo di Pavia la capitale), Liguria, Esarcato di Ravenna e buona parte delle Marche. A sud, Salerno e Benevento diventano i capisaldi della loro dominazione. Che si distingue per una ben precisa caratteristica: il fatto, ossia, di interessare solo le zone interne del nostro paese, lasciando così nelle mani di altre potenze le aree costiere. Taranto, sebbene non vessata dalla presenza di questi nuovi barbari (quantomeno nei primi tempi), risente in qualche modo dell'influsso esercitato da questi sul ducato di Benevento. Nel frattempo, i Bizantini, gelosi custodi delle terre meridionali, mettono in atto una riconquista. Si parte, come ovvio, dalla nostra città, già un secolo prima scalo nel corso della guerra greco-gotica. L'inaspettato insuccesso degli eredi dell'Impero Romano comporta, come inevitabile conseguenza, esemplari punizioni nei confronti dei collaborazionisti. In questo modo la rabbia del duca Romoaldo si consuma sulla pelle dei nostri antenati che subiscono violenze e vedono la propria città saccheggiata e alcune chiese devastate. Ciononostante, nei decenni successivi a questo traumatico evento -avvenuto presumibilmente intorno al 670- Taranto diventa per i Longobardi un importante avamposto, soprattutto a cagione della sua posizione geografica. La loro permanenza - lunga all'incirca tre decenni- ha lasciato più tracce di quanto si possa immaginare e che, seppure inavvertitamente, sono tuttavia visibili quotidianamente.

EREDITA' LINGUISTICHE E CULTURALI: Il dialetto tarantino - di cui tutti dovremmo andare orgogliosi-, alla stregua di un museo, contiene alcuni monumenti di derivazione longobarda: "sparagnàre" ("risparmiare"), "ngruffulàre" ("russare") e "strùnze" ("stronzo") sono vocaboli di matrice germanica (laddove per 'germanico' s'intende linguisticamente il territorio dell'Europa settentrionale, non solo la Germania) importati dagli occupanti e ben inseritisi nella nostra lingua. Qualche linguista, a torto, riconduce all'influsso longobardo alcuni fenomeni fonetici del tarantino. Ma credo che, al di là dei lessemi sopra menzionati, null'altro sia riuscito a penetrare, nonchè a cristallizzarsi. Anche l'onomastica ci offre alcuni esempi di eredità lasciate dagli occupanti barbari. Cognomi abbastanza diffusi a Taranto e riconducibili alla presenza longobarda sono: Baldi,Rinaldi, Ruggieri (sebbene alcuni studiosi attribuiscano a questo una derivazione normanna), Berardi e Boccardi; in linea di massima, tutti ( o quasi) coloro i quali posseggono un cognome avente per suffisso -ardo, -ardi, -aldo, -aldi, possono autodefinirsi 'germanico-tarantini', per quanto con i secoli le razze siano state corrotte (nel senso buono) dal susseguirsi di popoli e civiltà diverse.


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