Taranto F.c.

L'amarcord di TST: Federico Rizzi, 'Il post Reggiana? Ci sentimmo campioni d'Europa'

L'ex esterno di centrocampo: 'Eravamo tutti uniti per un unico obiettivo e per la maglia rossoblù'

05.05.2020 21:33


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DI ALESSIO PETRALLA

E' stato uno dei grandi protagonisti di quel Taranto che per attaccamento alla maglia, serietà e rispetto verso la tifoseria ha sfiorato la serie B (conquistandola sul campo nel 2011-12 con una breve parentesi in riva allo Ionio in quella 2010-11) con Davide Dionigi, l'esterno di centrocampo Federico Rizzi che, a Tutto Sport Taranto torna a rivivere quelle grandi emozioni: "Al momento ho un'agenzia viaggi e quindi non si sta lavorando. Allo stesso tempo sono con una ONLUS con cui aiuto la gente in difficoltà consegnando dei pacchi famiglia".

IL PRESENTE: "A livello calcistisco negli ultimi tempi ho seguito poco fatta eccezione le formazioni in cui ho giocato come ad esempio il Taranto soprattutto nel periodo in cui è stato allenato da due miei ex compagni di squadra come Prosperi e Panarelli. Si ripartirà siruramente ma questo quando il rischio sarà pari a zero. Chi ha giocato a calcio sa perfettamente che c'è gente che vive da questo. Sicuramente, ora sarà difficilissimo ripartire visto che bisogna mantenere un metro di distanza: vidi Inter-Juventus e non fu una partita. Anche i calciatori erano bloccati".

TARANTO: "Ancora parlo con amici di li: mi è rimasta nel cuore. Sono stati circa due anni bellissimi: nel primo scorcio di stagione che affrontai in riva allo Ionio ero allenato da Brucato, poi, dopo una parentesi nella Cremonese, tornai con Dionigi allenatore. Ricordo che con i tifosi si era creato un bel connubio: nella finale con la Pro Vercelli mezzo stadio era già pieno un'ora e mezza prima del fischio d'inizio. Approdai a Taranto contro voglia ma ora posso confermare che è stata una delle scelte più azzeccate della mia vita. Venivo da cinque anni di serie B tra Mantova e Triestina ma Taranto mi ha dato qualcosa in più".

LA PARTITA PIU' IMPORTANTE: "Quella stagione fu assurda: ricordo con grande piacere la prova offerta a Reggio Emilia quando lottammo fino all'ultimo secondo perchè volevamo, assolutamente, il successo. Poi, la notturna con il forte Avellino quando vincemmo 2-0 nell'ultimo match prima delle feste di Natale. Mi è rimasto un grosso amaro in bocca per come finì quella stagione. Alla semifinale con la Pro Vercelli arrivammo cotti mentalmente. Molti miei compagni facevano fatica ad arrivare a fine mese perchè avevano figli. Fu bravissimo Dionigi a gestire al meglio ogni cosa".

DIONIGI E IL GRUPPO: "Il mio ex allenatore sta ottenendo meno di quello che meriterebbe. Avevamo un gioco preciso con gli esterni offensivi Rantier e Chiaretti che tagliavano verso il centro. Erano tutti meccanismi sempre provati in allenamento. E' una persona che merita. Per quanto riguarda il gruppo la sera non si usciva mai "in gruppetti" ma tutti insieme: eravamo uniti per un unico obiettivo e per la maglia rossoblù. Solo le vicissitudini societarie hanno reso il finale negativo: nessuno ci avrebbe tolto la conquista della B".

FESTEGGIAMENTI NOTTURNI: "Il tecnico Dionigi nel post gara aveva chiesto ai tifosi di starci vicino visto quello che avevamo dimostrato ma mai nessuno si sarebbe aspettato che dopo la 00 ci sarebbero stati mille tifosi fuori lo stadio ad aspettarci. Sembrava un film: ci sentivamo come alla "Bombonera" o come una squadra che aveva vinto la Champions League. Davamo e continuavamo a dare tutto nonostante la mancanza di soldi. Solo a raccontare quel momento mi viene la pelle d'oca. Due stagioni più tardi vinsi la serie C a Trapani: fu bellissimo ma non oso pensare cosa sarebbe successo a Taranto in caso di vittoria visto che dopo la sfida con la Reggiana eravamo primi ma a neanche metà campionato...".

IL TARANTO 2020: "Vincere a Taranto è difficile anche se Panarelli nel complesso ha fatto bene. Ho avuto modo di vedere qualche partita è la squadra è forte. In riva allo Ionio, però, si devono avere le capacità di portare calciatori con le palle altrimenti non vinci nulla. Eravamo una squadra operaia con un paio di calciatori un po' più estrosi: anche loro ci mettevano corsa, carattere e fisicità. Fu bravissimo Dionigi a tenere il gruppo sereno. Quando arrivai a Taranto non avevo capito in che piazza mi trovavo tanto che andai via per poi tornarci con tanta consapevolezza".

Si ringraziano:

 

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