Taranto F.c.

L'amarcord di TST: Riccardo Bolzan, 'Taranto? Grande esperienza per la mia crescita'

L'ex rossoblù: 'Ho giocato in tante squadre importanti ma quando parlo con amici parlo sempre di Taranto'

27.04.2020 18:40


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DI ALESSIO PETRALLA

Quella 2009-10 fu una stagione particolare per il Taranto visto il passaggio dalla presidenza Blasi a quella D’addario. Fu costruita una grandissima squadra per puntare al salto in serie B ma alla fine i rossoblù colsero soltanto una tranquilla salvezza. Tra i protagonisti di quell’annata c’era il forte terzino Riccardo Bolzan che, a Tutto Sport Taranto, torna a parlare di quegli anni…: “Ho smesso di giocare a calcio dopo al termine della stagione 2017-18 quando ho indossato la casacca del Campobasso che rappresenta una realtà importante. Vivemmo una stagione burrascosa visto che riuscimmo a cogliere, nelle ultime giornate, la salvezza. I piani erano altri. Ho chiuso la mia carriera a 34 anni quando ho iniziato l’attività di scouting intraprendendo strade dirigenziali. Tra il 2018 e il 2019 sono tornato in Puglia per effettuare il corso di collaboratore della gestione sportiva e quindi per diventare ds in serie D. Con me lo hanno affrontato la segretaria del Taranto Mariagrazia Sigrisi e l’Addetto Stampa Sandro Corbascio. Attualmente non lavoro nel calcio ma svolgo un lavoro di consulenza commerciale. Vorrei tornare in quel mondo e perciò studio e mi tengo informato”.

LA RIPRESA: “La serie A dovrebbe riprendere senza un minimo rischio altrimenti potrebbe crollare tutto. Sfido comunque a pensare come potrebbero partire le altre categorie attenendosi a quel protocollo medico. Il vero grosso problema è e sarà quello di omettere i verdetti. In serie C c’è il dibattito sulla quarta promozione mentre in serie B, ad esempio, Ascoli e Cremonese che lottano per evitare il play out, hanno una gara in meno. In serie D, Mantova e Palermo hanno un buon distacco dalle seconde ma molti altri campionati sono apertissimi”.

TARANTO: “In riva allo Ionio ho avuto un’esperienza durata un anno visto che poi nella stagione 2010-11 passai alla Nocerina. Viste le grandi ambizioni della vigilia è stata un’annata tutt’altro che positiva: si puntava all’alta classifica ma riuscimmo soltanto a salvarci in anticipo. Per quanto mi riguarda fu un campionato altalenante ma intenso e formativo oltre ad essere stata la mia prima esperienza al sud in cui ho lasciato diversi amici. Vivevo in centro e ho appreso il grande senso di appartenenza della gente. Peccato per la stagione sottotono e per non aver confermato le aspettative”.

LA TIFOSERIA: “Taranto ha una tifoseria che regala emozioni ed entusiasmo. Ricordo, addirittura, ad agosto in un match di coppa Italia, che c’erano circa 10000 persone sugli spalti dello “Iacovone”. Regnava gran curiosità per vedere la nuova squadra all’opera dopo l’avvento del Presidente D’addario. Poi, avevamo un seguito incredibile in trasferta. Ti fanno sentire giocatore. A volte, se non riuscivamo a sbloccare una partita, venivamo fischiati tra primo e secondo tempo nonostante il tifo durante il gioco fosse stato pazzesco. Se riuscivi a metabolizzare certi aspetti tutto ciò diventava uno stimolo in più per far bene”.

RICORDI: “Una partita che ricordo con grande piacere fu quella tra Taranto e Ravenna che vincemmo grazie ad un mio gol. Era un periodo in cui stavamo risalendo: stavo diventando importante per la squadra. Ho avuto trentacinque diversi compagni, ma una cinquantina dal ritiro, oltre a quattro cambi d’allenatore: nonostante ciò riuscii a mantenere ogni equilibrio e a non farmi condizionare”.

LA PIAZZA DI TARANTO: “Ho giocato in tante società che hanno avuto un futuro importante come Benevento, Monza e Pisa che, negli ultimi anni, hanno militato più in B che in C: sono state esperienze vincenti ma quando parlo con amici dico sempre che la più grande piazza vissuta per me è stata Taranto: è un top club che anche in serie C ha un grandissimo seguito e in cui i calciatori sono sulla bocca di tutti. Ne parlo sempre e noto che gli articoli a riguardo sono cliccatissimi. Nonostante il recente passato non sia stato vincente resta sempre il top. Negli ultimi anni il Taranto, ha cambiato tantissimi allenatori nelle prime dodici partite tra i quali tanti molto importanti come Ragno, Cozza, Braglia e Capuano: tutto ciò non fa bene ai risultati. E’ un dato che fa riflettere. L’ultimo ciclo positivo è stato quello con l’esordiente Dionigi che era partito tra i pregiudizi della piazza. Nel 2019-20, in serie D, gli ionici hanno avuto un ottimo score esprimendo buon gioco ma in estate si è cambiato, troppo frettolosamente, staff tornando poi indietro a novembre. Giudicare da fuori è facile ma chi vi lavora all’interno sa le cose come stanno. Il problema grosso è anche dovuto al format della serie D: sale solo la prima e i play off servono a pochissimo o non hanno proprio valenza. Il Taranto ha disputato tanti buoni campionati arrivando secondo che non è un piazzamento malvagio”.

IL TARANTO 2020: “La società ha costruito un ottimo organico così come, del resto, anche Casarano, Bitonto e Cerignola. Speriamo che questo periodo, in casa, possa far riflettere chi ha potere magari inserendo una categoria cuscinetto tenendo in considerazione il Taranto. Le idee di riforma sono tante: bisogna ricordarsi sempre che chi fa calcio in serie C e D ci rimette. In riva allo Ionio sono tornato per svago e per trovare degli amici: mi è rimasta nel cuore. Uno dei miei migliori amici è proprio Panarelli”.

Si ringraziano:

 

 

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