La Settimana Santa a Taranto

LA SETTIMANA SANTA E IL SIMBOLISMO TARANTINO

20.04.2014 16:13


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Taranto è una delle province che più sente la tradizione della Settimana Santa


Tra contemplazione, digiuno e sofferenza, ci si affida alle preghiere rivolte al Signore. La Settimana Santa non è racchiusa, unicamente, ai quei giorni che partono dalla domenica delle Palme fino ad arrivare a Pasqua, ma rispecchia i 40 giorni di Quaresima, successivi all’ultimo giorno di Carnevale. Una tradizione ben precisa, alimentata dal desiderio e dalla volontà dei credenti. Pioggia, vento e freddo non fermano coloro che hanno deciso di dedicare quelle giornate alla contemplazione e alla preghiera, seguite, durante il Venerdì Santo, dalla consueta Processione dei Misteri e, a sua volta e come accade, ad esempio, a Lizzano, dalla Processione della Madonna in cerca del Figlio (la notte tra venerdì e sabato). Ogni statua rappresenta ogni tappa del Cristo durante la Sua sofferenza, durante il Suo Calvario, ogni agonia simbolo di sopportazione dei peccati del mondo, ed è proprio il simbolismo che non viene a mancare in questi giorni. Infatti, se dovessimo analizzare ogni rappresentazione scultorea, dovremmo parlare della soggettività e, quindi, dei sentimenti di ogni singolo individuo. Ognuno affida alle preghiere, le richieste che più colmano l’anima e il cuore di sofferenza e preoccupazione. Ogni città, ogni paese, ogni regione ha le proprie abitudini, ma l’itinerario che si segue nella cittadina tarantina è, ormai, una tradizione storica tramandata da anni e che, anno dopo anno, convoglia sempre più fedeli. La Processione tarantina, ad esempio, parte dalla sera per poi terminare la mattina seguente. Portare i peccati del mondo sulle spalle, patire e soffrire, questo è ciò che ha subito Gesù e che, malgrado i nostri comportamenti, continua a sopportare. Ovviamente, non stiamo parlando di un male fisico, ma di un qualcosa che va ben altro ciò e che fa più male: la perseveranza nell’errore. L’allontanamento da tutto ciò e l’improvviso avvicinamento solo nei momenti di bisogno o solo per assistere alla Processione o cose simili, non deve farci dimenticare una delle figure più importanti che, in cambio, non ci ha mai chiesto niente, anzi ci ha donato la vita (sacrificando la Sua) e un posto in cui poter vivere. “Il Pane Quotidiano” di ogni giorno dovrebbe nutrire i cuori di tutti con pace e amore, generandone sempre di più, cercando di migliorare noi stessi per cambiare il mondo e per continuare a credere, sempre più e con maggiore convinzione, ad ogni gesto di beatitudine che, sin dalla “Notte dei Tempi”, ci è stato insegnato.

 

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