FONDAZIONE TARAS, SI DIMETTE IL PRESIDENTE ANDRIANI
Quando due anni fa il calcio a Taranto ha rischiato di scomparire, ho aderito con orgoglio ed entusiasmo ad un progetto, quello della Fondazione Taras 706 A.C., che mi pareva capace di tenere in vita quella voglia di fare (e di fare bene per il bene della città) e quello spirito di appartenenza che anima da sempre quanti hanno a cuore le sorti del nostro pallone.
La Fondazione Taras nasceva come APS, facendo della promozione sociale la sua ragione d'essere. Mi ha onorato rappresentare come presidente la voglia di riscatto e di partecipazione di tanti miei concittadini. In uno dei giorni più belli della mia vita, quello in cui al termine di una folle corsa verso la federazione la Fondazione Taras iscriveva in LND il Taranto Fc, sognavo un futuro diverso. Un futuro che, almeno in parte, abbiamo reso splendida realtà, cominciando dalle scuole un percorso che - auspicavamo - ci avrebbe portato nei quartieri e nel tessuto sociale della città. L'entusiasmo per l'iniziale progetto di promozione sociale si è trasformato negli ultimi giorni in profondo dispiacere.
Il Taranto è punto di riferimento della mia vita da quando ero bambino, una passione che ho tramandato ai miei figli, con la mia famiglia e le mie aziende è tutta la mia vita. Da tifoso, a fronte di un progetto che si presenta come ambizioso e importante, non posso che fare il tifo per i fratelli Campitiello E se a loro spetterà l'onere e l'onore di guidare il Taranto, non posso che augurare al Taranto, ai tarantini e ai Campitiello tutto il bene possibile. Premesso ciò, credo che una trattativa sana e una società solida non possano nascere dall'ingiuria e dall'irriconoscenza nei confronti di chi ha permesso al pallone di continuare a rotolare. Credo che un futuro più stabile e più sereno non possa nascere da esternazioni sopra le righe e da un passaggio di proprietà avvenuto in un clima avvelenato. Credo che la Fondazione Taras avrebbe dovuto favorire nei limiti del possibile un clima più maturo e responsabile, astenendosi da esternazioni al di sopra delle righe e rifiutando, anziché alimentare, un contesto tutt'altro che sereno. Personalmente manterrò il Taranto come punto fisso della mia vita. Manterrò il mio posto sugli spalti, la mia gratitudine verso chi lascia il Taranto dopo due anni di sacrifici, le mie speranze per il futuro riposte nei fratelli Campitiello. Resta vivo anche il mio sogno di una Fondazione Taras attiva nella città e nel suo tessuto sociale. Considerati anche i tanti impegni imprenditoriali che le mie aziende richiedono, non posso però mantenere la carica di presidente della Fondazione Taras, dissociandomi da toni, parole e percorsi messi in atto da alcuni dei suoi iscritti.
Rassegno le mie dimissioni da presidente, ringraziando i tanti compagni di strada di questi anni e con la speranza che la Fondazione Taras possa ritrovare al più presto lo spirito che le diede vita.
Forza Taranto.
Claudio Andriani
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