DI GREGORIO (PD), PER TARANTO UN'ATTENTA RIORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI SANITARI
Nei prossimi mesi il capoluogo ionico potrebbe tornare ad avere due pronto soccorso: San Cataldo e Moscati. Perché non prevedere un Punto di Primo Intervento al SS. Annunziata?
Dichiarazione stampa del Consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (Pd).
“Con l'imminente entrata in funzione del nuovo ospedale San Cataldo, Taranto sarà interessata dalla riorganizzazione dei servizi sanitari che deve necessariamente coincidere con il potenziamento degli stessi. In tal senso ribadisco la necessità che il capoluogo ionico debba tornare, al più presto, ad essere servito da due pronto soccorso, come accadeva alcuni anni fa. Inoltre, va ripensato e ottimizzato l'utilizzo degli ospedali SS. Annunziata e Moscati.
Con i suoi 723 posti letto, 70 ambulatori, 28 sale di diagnostica e 21 sale operatorie tecnologicamente avanzate, il San Cataldo sarà un polo di eccellenza non solo per diagnosi e cura, ma anche per la didattica universitaria. L'apertura del nosocomio è prevista per l'estate del 2026 e di pari passo con il trasferimento di reparti e degenti bisognerà individuare soluzioni idonee per gli altri ospedali cittadini puntando alla massima efficienza e al miglioramento in termini qualitativi e quantitativi dell'assistenza sanitaria.
Stando alle indicazioni dell'Asl Taranto, il Moscati dovrebbe continuare a svolgere funzione di riferimento per l’oncologia e la diagnostica. In tal senso è auspicabile che l'ottimo lavoro già svolto possa raggiungere ulteriori livelli di eccellenza. Inoltre, si prevede di dotare il Moscati dei reparti previsti dal DM 70 del 2015, affinché torni ad essere un ospedale di primo livello e possa quindi ospitare il pronto soccorso.
Voglio sottolineare che questa è certamente una buona notizia per Taranto, ma non va dimenticato il grande lavoro svolto in questi anni dal Punto di Primo Intervento (PPI) 118 del Moscati la cui attività è stata e rappresenta un prezioso supporto per la gestione delle emergenze, delle urgenze e delle acuzie minori. Con un medico e tre infermieri per turno, il PPI effettua circa 20mila prestazioni all'anno, con un filtro del 97% di tutti gli accessi. Visitando, trattando e rinviando al domicilio il 97% di tutti gli accessi, inviando, quindi, ai Pronto Soccorso ospedalieri solo il 3% dei pazienti complessivamente afferiti. Questo patrimonio professionale non solo non va disperso, ma anzi va messo a sistema ed assolutamente valorizzato.
In che modo? Nei prossimi mesi Taranto, dunque, potrebbe avere due pronto soccorso: quello del nuovo e moderno ospedale, collocato all'estremo lembo orientale della città proiettato verso San Giorgio ed i comuni della litoranea e quello dell'ospedale Moscati che si trova, invece, sul versante Nord poco distante da Statte, Crispiano, Montemesola. Ovviamente quando il Moscati sarà nuovamente dotato del pronto soccorso, il PPI dovrà essere ricollocato. A mio avviso, considerati i rilevanti parametri di efficacia e di efficienza dimostrata in questi anni, il PPI dovrebbe essere trasferito al SS. Annunziata, che già dispone di spazi adeguati per il suo insediamento, al posto dell’attuale Pronto Soccorso.
In questo modo, sarebbe assicurata una maggiore prontezza operativa non solo sull'area di Taranto, ma anche su quella dei comuni più prossimi e, allo stesso tempo, il PPI svolgerebbe, con qualità ancora maggiore, un importante ruolo di immediato soccorso avanzato in caso di emergenze ed urgenze per la popolazione del Borgo e zone limitrofe, nonché di indispensabile filtro strategico dei casi meno urgenti, consentendo così una maggiore rapidità di intervento che si traduce in potenziali interventi salvavita e di stabilizzazione avanzata del paziente critico e di complessiva minore attesa per i cittadini. In questo modo porremo fine all'indecoroso spettacolo delle file di ambulanze dinanzi ai pronto soccorso e alle interminabili attese dei pazienti e verrebbero, in ultimo, garantite condizioni di lavoro senz’altro più ottimali ai medici ed a tutto il personale infermieristico e socio sanitario”.















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