Ciullo: "E' stata un'umiliazione. Ma almeno ci metto la faccia: non mi dimetto"
Il tecnico salentino: "Ai ragazzi ho detto che se il problema sono io, vado via tranquillamente. E non mi importa dei soldi, sarei disposto a rimanere fino a fine stagione anche gratis o a strappare il contratto immediatamente"
Nella sala stampa dello Iacovone va in scena il "Ciullo furioso". Il tecnico, di solito impeccabile nel suo aplomb, alza subito i toni e non nasconde la sua rabbia per l'ennesima sconfitta: "C'è poco da dire: siamo ultimi in classifica e la situazione è davvero difficile. Il colpevole sono io, mi assumo tutte le responsabilità di questa situazione ma almeno sono qui e ci metto la faccia".
Poi, però, analizza i "minus" strutturali di una squadra che, ad onor del vero, non ha costruito lui: "Abbiamo diversi giocatori acciaccati ma che stringono i denti proprio perché mancano le alternative. Mi riferisco a Maiorano e Losicco su tutti. E poi mancano quei tre, ma preferisco non nominarli perché non sono alla ricerca di alibi".
Su possibile dimissioni: "Ai ragazzi ho detto che se il problema sono io, vado via tranquillamente. E non mi importa dei soldi, sarei disposto a rimanere fino a fine stagione anche gratis o a strappare il contratto immediatamente. Ma io voglio il bene del Taranto e non mi dimetto: lo devo a quei ragazzi che stanno piangendo negli spogliatoi. Si, perché non è bello subire queste umiliazioni, anche se non posso dare torto alla tifoseria, hanno assolutamente ragione anche loro".
Ma cosa manca al Taranto per ritornare a fare punti? "A volte pecchiamo di esperienza, non riusciamo a portare a casa neanche un pareggio: ad esempio, nell'occasione del gol di Genchi, siamo stati molto ingenui. E poi va detto che la fortuna non è proprio dalla nostra parte".
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