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A Taranto un monumento a Giuseppe Mazzini?

15.10.2017 14:47


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Gennaro Esposito, presidente della Sezione di Taranto dell’Associazione Mazziniana Italiana, ha annunciato che «stiamo cercando di realizzare a Taranto un monumento dedicato a Giuseppe Mazzini, un progetto che prevede una collaborazione con il Liceo Artistico di Grottaglie e il sostegno di Istituzioni e aziende di imprenditori illuminati».

L’annuncio è stato dato nel corso del convegno di studi “Simone Veil: tra Europa ed emancipazione femminile”, iniziativa che la Sezione di Taranto dell’Associazione Mazziniana Italiana ha organizzato (venerdì 13 ottobre), presso il Salone di rappresentanza della Provincia di Taranto.

«Giuseppe Mazzini – ha poi detto Gennaro Esposito – è stato profeta e apostolo dell'unità del popolo italiano, un progetto che egli non concepiva circoscritto nell’angusto ambito di una nazionalità limitata, ma inserito in un contesto più ampio, quello di una fratellanza dei popoli da realizzarsi in primis tra quelli europei. Ecco perché abbiamo deciso di dedicare un convegno di studi alla figura di Simone Veil, che fu convinta sostenitrice del progetto europeo, la prima a ricoprire nel 1979 la carica di Presidente del Parlamento europeo eletto a suffragio universale».

 

Il 30 giugno scorso è morta a Parigi Simone Veil, una delle figure più rappresentative della seconda metà del Novecento: nata nel 1927 a Nizza in una famiglia ebrea non praticante, nel 1944 Simone Jacob venne arrestata dai nazisti e deportata ad Auschwitz, esperienza da cui uscì miracolosamente viva con le due sorelle, mentre il fratello, la madre e il padre moriranno nei campi di concentramento.

Nel dopoguerra, dopo aver sposato Antoine Veil, rampollo di una ricca famiglia inglese, inizia una straordinaria carriera politica che, a partire dal 1974, la porterà a ricoprire per tre volte la carica di ministro francese della Sanità.

 

I lavori del convegno sono stati moderati dall’avvocato Francesco Guida che nella sua introduzione ha spiegato che «Simone Veil è passata alla storia soprattutto per le sue battaglie per i diritti delle donne, come quella liberalizzazione degli anticoncezionali e, soprattutto, quella per la legalizzazione dell’aborto».

«Ricordo un suo storico discorso – ha poi detto Francesco Guida – a un parlamento francese composto per il 95% da uomini, eravamo nel 1974, per presentare il suo disegno di legge per la legalizzazione dell’aborto, prendendo posizioni assai lontane da quelle della sua parte politica. Simone Veil subì per questo feroci critiche e duri attacchi personali, una battaglia che nonostante tutto e tutti ha vinto diventando una icona mondiale dei diritti delle donne».

«Per questo nel convegno, proprio prendendo spunto da Simone Veil, abbiamo chiesto agli importanti relatori – ha concluso l’avvocato Guida – di fare il punto, ognuno dal suo punto di vista e in base alle proprie esperienze, sullo stato dell’emancipazione femminile, un percorso in cui c’è ancora tanta strada da percorrere».

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