Domenica 21 dicembre Emma Dante con IL Tango delle Capinere
Regista e drammaturga dalla forza espressiva tra le più vigorose del teatro contemporaneo europeo, Emma Dante presenta a Taranto «Il tango delle capinere», domenica 21 dicembre, alle ore 21, all’auditorium TaTÀ, per la stagione «Periferie» del Crest sostenuta dalla Regione Puglia. Uno spettacolo con il quale l’acclamata artista siciliana, ancora una volta impegnata a comporre delicati e intensi mosaici dei ricordi, racconta l’amore tra due anziani interpretati da Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco, interpreti che con Emma Dante hanno affrontato un lungo percorso, condividendo il legame con la lingua e la cultura siciliana così presenti da oltre vent’anni, in modo originale e inconfondibile, nelle drammaturgie dell’autrice. Sulle note di vecchie canzoni, i due protagonisti festeggiano l’arrivo del nuovo anno, «ballando» a ritroso la loro storia dentro il disegno luci firmato da Cristian Zucaro. Lentamente si svestono, cambiano aspetto, sembrano più giovani e, avvolti dalla voce di Mina e dalle canzoni di Tenco e da un’infinità di altri brani indimenticabili, ripercorrono i momenti più importanti di una vita. Ricordando, i due protagonisti si ritrovano in quest’ode all’amore che rende sopportabile la solitudine di chi disgraziatamente sopravvive all’altro, con tutta la forza compositiva del teatro carnale, arcaico e rituale della pluripremiata artista palermitana, la cui produzione spazia tra teatro, cinema lirica e letteratura.
Prodotto con diversi enti italiani e internazionali da Sud Costa Occidentale, «Il tango delle capinere» è dunque una riflessione danzata e agita sul tema della vecchiaia come approfondimento dello studio «Ballarini» appartenente alla «Trilogia degli occhiali». E, come in «Ballarini», nel «Tango delle capinere» è l’ultimo dell’anno. Sta per scoccare la mezzanotte quando i due amanti si ritrovano davanti al baule dei ricordi. Lui estrae dalla tasca una manciata di coriandoli, li lancia in aria e dice: «Buon anno, amore mio!». A sua volta la donna tira fuori dal baule un velo da sposa, poi ruota la manovella di un piccolo carillon. E non appena parte la musica, i due ballano, si baciano, rivivono i momenti più belli della loro vita proprio come in un carillon che inverte il percorso e li riporta indietro nel tempo.
Capace di esplorare il tema della famiglia, così come sta facendo nel nuovo spettacolo «L’angelo del focolare», ma anche e soprattutto dell’emarginazione, attraverso una poetica di tensione e follia nella quale non manca una punta di umorismo, Emma Dante esplode sulla scena italiana sino a diventare una delle personalità più significative della nuova drammaturgia con «mPalermu», uno dei tre capolavori della trilogia della famiglia siciliana (completata da «Carnezzeria» e «Vita mia») che la portarono alla ribalta nazionale con la vittoria del premio Scenario nel 2001.
Nei venticinque anni trascorsi al timone della sua compagnia Sud Costa Occidentale, la regista è diventata poi una delle artiste più apprezzate e premiate d’Europa, firmando oltre venti spettacoli messi in scena sui più prestigiosi palcoscenici internazionali, ma anche una serie di opere liriche e film. La sua creatività, che affonda le radici una cultura popolare che fa dialogare vivi e morti, passato e presente, le è valso moltissimi teatrali e ben Cinque nastri d’argento per «Le sorelle Macaluso», film del 2020 tratto dall’omonimo e pluripremiato spettacolo creato dalla stessa Dante nel 2014.
Al termine dello spettacolo, per il ciclo «Parliamone», la Compagnia ospite dialogherà con il pubblico e la giornalista Marina Luzzi.
Biglietto unico € 15. Info 333.2694897 - www.teatrocrest










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