Solito e Calella sul tatami
Arti Marziali

I vice campioni del mondo Solito e Calella: «Risultato straordinario che ripaga sacrifici e sudore»

Appena due settimane fa, gli atleti martinesi della Nisen Ju-Jitsu salivano sul gradino intermedio del podio ai mondiali in Thailandia: «Gara memorabile, ce la porteremo a lungo dentro».

18.11.2025 17:12


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Da quel magico 4 novembre sono passate già due settimane, ma le emozioni di Gianluca Calella e Silvia Solito per il titolo di vice campioni del mondo ottenuto ai campionati mondiali in Thailandia, a Bangkok, sono ancora ben impresse nelle loro menti. E lo saranno a vita, a giusta ragione. Davanti al governo thailandese e agli occhi di tutto il mondo, guidati dagli insegnamenti di coach Federica Masciulli, il duo Solito e Calella si sono “arresi” solo ai fortissimi padroni di casa, portando comunque a casa un titolo che dà lustro all'intera comunità di Martina Franca. Partiti da zero e contando solo sulle proprie forze, Silvia, Gianluca e Federica si sono rimboccati le maniche e, a suon di sacrifici personali, hanno sfiorato il tetto del mondo. Eccole, le loro dichiarazioni. Emozioni tangibili che i vice campioni del mondo made in Valle d'Itria condividono con grande piacere: «È stata un’esperienza pazzesca con un risultato straordinario. Già prima della partenza mi sentivo carico – esordisce Gianluca Calella - ma l’assenza della coach Federica Masciulli (rimasta in Italia per motivi familiari, ndr) si è fatta sentire sin da subito. Nonostante ciò, con Silvia ci eravamo ripromessi di dare il massimo per riuscire ad ottenere il miglior risultato possibile. E così è stato. Devo dire che il jet lag si è fatto sentire e le pressioni dovute al dover gestire tutta la parte organizzativa – solitamente se ne occupa la nostra coach - hanno spostato l’attenzione dalla competizione. Ma il giorno della gara non abbiamo avuto pietà per nessuno – racconta emozionato Gianluca. Sapevamo, io e Silvia, che l’unica via percorribile sarebbe stata quella di dare il massimo e forse anche così non sarebbe stato sufficiente».

LE FASI DI GARA Già la semifinale era un ostacolo che pareva quasi insormontabile. Quasi, per l'appunto. Perché Gianluca e Silvia sono pronti a dare il massimo, a confermarlo è lo stesso Gianluca: «Scendiamo dal tatami di gara dopo la prima serie col punteggio più alto della categoria. Sapevamo bene cosa significasse tutto ciò: non potevamo far altro che puntare a difendere a tutti i costi quella ambitissima prima posizione. E così è stato. Dopo alcune incertezze nella seconda serie, dominiamo la terza e ci assicuriamo il primo posto in classifica, accedendo così alla semifinale contro il Montenegro. Semifinale che ci vede vincitori di soli 2 punti sulla forte coppia montenegrina che già ai campionati europei non aveva mancato di mostrare il proprio valore».

«SIAMO IN FINALE!». Dopo essere approdati all'atto finale, tocca a Silvia Solito raccontare le sue sensazioni di quegli attimi concitati ma indimenticabili: «L'emozione è stata tanta e non riusciamo a trattenere il fiume di pensieri che ci travolge. Dopo la cerimonia di apertura dei campionati mondiali arriva la finale. C’è tutto il tifo della Thailandia ma anche quello italiano si fa sentire. Da un lato sono schierate una miriade di figure pubbliche e autorità thailandesi, dall'altro ci siamo noi. Disputiamo la finale cercando di dimostrare perché siamo arrivati fino a quel punto e quanto fosse meritato il nostro essere lì – chiosa Solito - complice anche un mio maldestro errore, chiudiamo con un punteggio più basso di quanto avremmo voluto. Gli avversari non sono da meno e riescono a vincere la finale risultando perciò campioni del mondo per il terzo anno di fila. E noi, beh, siamo vice campioni del mondo e ci teniamo stretto quanto abbiamo conquistato con sudore e sacrificio. Io non riuscivo ad elaborare la notizia – confessa Silvia - ero ancora in trance agonistica e se mi avessero chiesto di fare un’altra finale in quel momento sarei stata pronta, ma era solo il momento di goderci quanto conquistato. È stata una gara senza precedenti, non perché non mi aspettassi il risultato, ma perché è incredibile vedere che tutti gli sforzi di anni di allenamento, sudore, sangue e fatica – spiegano insieme Silvia e Gianluca - vengono premiati una volta che raggiungi livelli così alti. È incredibile lottare per guadagnarsi un posto in nazionale, è incredibile affrontare i migliori atleti del mondo ed è incredibile essere in grado di dimostrare il proprio valore ed il motivo per cui saliamo su quel tatami ogni giorno. Siamo estremamente grati per la squadra che abbiamo dimostrato di essere e siamo sicuri che questi grandi risultati siano solo l'inizio».

Articolo di Gisberto Muraglia